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Movimento Basilicata Zona Franca: “non c’è tempo da perdere”


“L’approvazione definitiva del Decreto Sud (D.L n.91/2017 recante “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”), passato al Senato in data 26 Luglio 2017 ed ora rimesso all’esame in seconda lettura da parte della Camera per le importanti variazioni apportate nel passaggio in commissione Bilancio, inaugura una nuova fase di crescita e ripresa economica per le Regioni dell’Italia Meridionale attraverso la mirata previsione e la chiara e definita regolamentazione delle Zone Economiche Speciali (ZES nel prosieguo), una misura di particolare rilievo strategico già sperimentata con ottimi risultati in tutto il mondo, Unione Europea compresa (vedi i casi più noti della Cina, Polonia e Dubai),e che per la prima volta troverà applicazione nel nostro Paese”. Lo afferma, in un un comunicato stampa, il Movimento Basilicata Zona Franca.

“L’attivazione di queste ultime, così come stabilito dal Capo II agli artt. 4 e 5 del Decreto in oggetto, è demandata specificamente all’iniziativa dei governi regionali, i quali sono chiamati a compiere la scelta dell’allocazione di una (in qualche caso due ZES) nei propri territori, con la possibilità di dislocare le stesse in più sedi e motivandole con un apposito piano strategico, nel rispetto dei requisiti e delle modalità ivi indicati. Questo comporta la precisa individuazione di zone geografiche ben delimitate ed identificate entro i confini dello Stato, composte da aree territoriali anche non necessariamente confinanti (purché esista tra loro un nesso economico funzionale) con almeno un’area portuale avente le caratteristiche di cui al Regolamento UE n. 1315/ 2013 (ossia di un’area portuale collegata alla rete transeuropea dei trasporti TEN-T). Nella ZES sia le aziende già operative, sia quelle che vi si insedieranno, potranno beneficiare di speciali condizioni per l’esercizio di attività economiche ed imprenditoriali, in relazione alla natura incrementale degli investimenti e delle attività di sviluppo d’impresa, sino all’applicazione di un credito d’imposta nel limite massimo di 50 milioni di euro per ciascun progetto d’investimento.

Si tratta quindi un’opportunità di cambiamento e di sviluppo, anche occupazionale, per i territori a cui verrà indirizzata la normativa di riconoscimento e tra i quali la Basilicata potrebbe essere ben ricompresa se solo la Regione provvedesse con celerità ad elaborare e proporre al Governo un proprio piano strategico unitamente ad una Regione avente un porto della rete TEN-T, ovverosia alla Campania o, più plausibilmente, alla Puglia con il porto di Taranto, partecipando ai lavori congiunti della Commissione appositamente istituita dalla Giunta Regionale pugliese con delibera in data 7 giugno u.s.

Simultaneamente alla presentazione di tale piano strategico relativo alla ZES Appulo-Lucana, sarebbe inoltre opportuno che la stessa Regione Basilicata porti all’attenzione del Governo Nazionale il progetto complementare della Zona Franca Energetica di cui essa è dotata sin dal 2014, elaborato dall’allora Assessore all’Ambiente, Trasporti ed Infrastrutture, Prof. Aldo Berlinguer, e tuttora rimasto inspiegabilmente lettera morta.

Il progetto della Zona Franca Energetica, rivolto a tutti i Comuni lucani potrebbe ben coniugarsi con la previsione di sgravi, esoneri ed incentivi finanziari correlati alla retroportualità di Taranto, includendo aree della Provincia di Matera come la Valbasento. 

Occorre però elaborare un piano strategico regionale che tenga insieme le due proposte (Zona franca energetica ZFE e ZES), aprendo così ad una fiscalità di vantaggio, con consistente riduzione delle imposte relative al consumo di tutti i prodotti di derivazione petrolifera, al potenziamento delle attività produttive esistenti, all’attrazione di nuove imprese ad alta tecnologia, alla diminuzione dell’elevato tasso di disoccupazione attuale, agli investimenti infrastrutturali e nei settori culturali, turistico ed alberghiero in vista dell’importante appuntamento del 2019. Tutto questo senza tralasciare la salvaguardia dell’ambiente e la tutela dei prodotti agricoli ed agro-alimentari, i quali costituiscono ancor oggi i capisaldi dell’economia regionale.

Il progetto della Zona Franca Energetica, ha riscontrato l’interesse di tutti, parti datoriali e sindacali, Associazioni ambientaliste e oltre 100 delibere di Consiglio Comunale, espressione della larga maggioranza delle comunità lucane.

Allo luce della difficile situazione socio-economica in cui versa attualmente la Basilicata, la presentazione del piano strategico sulla ZES congiunta a Taranto ai sensi della nuova normativa e del progetto complementare della Zona Franca Energetica potrebbe pertanto costituire la chiave di volta atta a rendere l’hinterland lucano un luogo attrattivo di forte sviluppo produttivo ed occupazionale, oltre che rappresentare una proposta utile al rafforzamento della competitività del sistema economico territoriale.

Tenendo conto che la Camera dei Deputati procederà ad horas all’approvazione in via definitiva del Decreto e che entro pochi mesi dovranno essere presentate i progetti per l’istituzione della ZES, diviene urgente e indifferibile che la Regione elabori un piano strategico da inviare al Governo.

E’ in gioco il futuro della nostra terra. ZES e ZFE potrebbero costituire un momento di rilancio di una economia morente e di uno spopolamento davvero impressionante. Che facciamo? Stiamo a guardare?”.

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