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A tu per tu con Domenico Pozzovivo. Il ciclista lucano sarà al prossimo Tour de France


Lo abbiamo seguito nel suo ottimo Giro d’Italia dove, si è dato ampio spazio alle sue performance. Adesso, ci ha concesso del suo tempo per una breve, ma significativa intervista telefonica. Stiamo parlando di Domenico Pozzovivo, che sarà impegnato con Vincenzo Nibali dal 7 al 29 luglio nella 156esima edizione della “Grande Boucle” il Tour de France 2018. Il Lucano questa volta farà le veci del gregario al grande luogotenente della Bahrein Merida assente al 101esimo Giro d’Italia. Nato a Policoro nel 1982, residente a Montalbano Jonico. Diplomato al liceo scientifico con il massimo dei voti. Due lauree, in Scienze Aziendali e Scienze Motorie. Cittadino onorario di Abriola. Sposato dal 2015 con la calabrese, di Sibari, Valentina conosciuta nel 2012 quando era assessore allo sport al Comune di Cassano all’Ionio. Amico del compianto ciclista Michele Scarponi.

E’ soprannominato “la Pulce della Lucania” per la sua altezza, 1,65 centimetri. Professionista dal 2005 con oltre 14 vittorie in carriera, diverse le casacche indossate sempre con importanti risultati. Sullo Stelvio, in Svizzera, vicino Lugano, per preparare al meglio la corsa dove il direttore tecnico Brent Copeland si aspetta molto da i due migliori ciclisti italiani. In un momento di pausa Domenico Pozzovivo, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione, si concede per parlare del Giro d’Italia appena concluso e delle sue prospettive. A 16 anni compiuti c’è quella famosa frase Io voglio andare al Giro!”  senza condizionale, convinto. Dopo 11 presenze al Giro d’Italia quel grido appare ancora attuale. “Sicuramente – esordisce Domenico Pozzovivo – è una frase così come tutte le frasi che si dicono da bambino, però come in tutte le cose le ho condite con la determinazione. Poi sono successe tante cose favorevoli che mi hanno permesso di arrivare dove sono. Oggi esprimerei nuovamente quella frase di andare al giro e vista la vicinanza di andare al Tour”. Un giro d’Italia che lo ha visto partecipe, ma anche protagonista. Fra tutte queste, molte le sensazioni e le emozioni ricevute. “Il 101esimo Giro d’Italia – sottolinea Pozzovivo– è stato quello che più mi ha appassionato ed emozionato perché ho lottato fino alla fine per arrivare sul podio. Ho avuto dai tifosi un riconoscimento che non avevo ricevuto nelle passate partecipazioni”Dell’edizione di quest’anno va ricordata la tappa iniziale.

A Gerusalemme, Domenico Pozzovivo, ha disputato una cronometro eccezionale, hanno scritto le migliori testate giornalistiche, risultando il migliore tra gli scalatori e perdendo appena 27 secondi dal campione del mondo Tom Dumoulin. Nelle salite ha dimostrato di esserci. Soprattutto sullo Zoncolan. Poi è successo qualcosa. “Fino alla 18esima tappa – aggiunge Pozzovivo – quella con arrivo a Prato Nevoso, la convinzione c’è sempre stata anche perché lì ero ancora sul podio virtualmente, con la possibilità di vincere in quanto avevamo visto che il britannico Yates aveva dei punti deboli. Poi alla tappa successiva, la 19 esima da Venaria Reale- Bardonecchia sullo storico colle delle Finestre, una delle salite più dure d’Europa (dopo lo Zoncolan), sono incappato in una giornata no. Pur difendendomi come potevo, diciamo, la possibilità di salire sul podio è svanita. Però è rimasto un ottimo quinto posto.” Ottimo quinto posto al Giro d’Italia 2018 che apre la strada ad altre prospettive. Adesso c’è il Tour. “Al Tour de France -continua Domenico Pozzovivo – avrò un compito diverso in squadra perché c’è un leader di nome Nibali. Sarò di appoggio sulle tappe di montagna e ci sarà la possibilità di pensare, magari, a vincere qualche tappa. Quando non sei in classifica è più facile, per uno scalatore, vincere una tappa di montagna”. Dopo aver vinto una tappa nel 2012 al Giro d’Italia, vincerne una anche al Tour sarebbe una vera soddisfazione “Certo – precisa Pozzovivo– sarebbe molto importante”.

Dopo il Tour a fine stagione ci saranno altri impegni. “Il campionato mondiale a Innsbruck in Austria molto duro per gli scalatori. Conto di arrivarci in buona forma. Poi i programmi per l’anno prossimo li analizzeremo in autunno” I lettori di Gazzettadellavaldagri hanno seguito intensamente il corridore Lucano diventato una vera eccellenza della Regione. “Guarda – conclude Domenico Pozzovivo – mi sento orgoglioso di portare il nome di una Regione che spesso non è molto considerata. Una regione che ha tante risorse nascoste e che mi permette di farla conoscere in tutto il mondo. Tutto questo è motivo di responsabilità ma anche di tanto orgoglio”Ragazzo modesto ma di una semplicità unica. La storia del ciclismo racconta che i migliori uomini vengono dalla montagna perché nati scalatori fin dal primo vagito. Domenico Pozzovivo è tutto questo. La speranza dei lucani nello sport da tempo ha un altro nome: Domenico Pozzovivo.

Oreste Roberto Lanza

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