Nell’ambito della rassegna estiva “MONTEMURRO presenta“ , due serate dedicata all’arte.
L’artista BEATRICE SUMMA ha inaugurato la sua Mostra personale nella centrale piazza “Giacinto Albini” di Montemurro, all’interno della Chiesa sconsacrata di S.Domenico, si è tenuta la presentazione, con la partecipazione del Sindaco, Senatro DiLeo, ed in collaborazione con la locale Proloco che ha offerto il suo contributo per un allestimento inedito, interno ed esterno alla Chiesa, tra il Sacro ed il profano, in una piazza piena di colori, accostati ai suoni della bella musica, dosata con destrezza dal DJ Mario Fania, che ne ha definito le diverse atmosfere dell’evento.
Nel suo discorso di apertura, l’artista ha ribadito il forte legame che l’ha riportata nella comunità di MONTEMURRO, ricordando le sue radici, il nonno materno, che ne è stato Sindaco molti anni addietro, delle sue relazioni personali negli anni in cui egli fu amministratore, ricordando la leggendaria accoglienza nel piccolo paese del Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana, il Lucano Emilio Colombo, poi Presidente del Consiglio, legati da una profonda amicizia. E poi tanta commozione anche citando il papà, recentemente scomparso, che fu per anni direttore dell’ufficio del registro proprio lì, nella stessa Montemurro, ben nota anche per aver dato i natali ad uno dei più grandi scrittori della Lucania, Leonardo Sinisgalli, conosciuto come il Poeta/Ingegnere.
Le opere di Beatrice che hanno ritrovato la strada delle radici nella piazza del paesino dei suoi antenati, nascono dall’esperienza maturata nella Capitale, la città in cui ha vissuto, subendo le varie correnti del fermento artistico degli anni ‘90, seguito da un percorso personale in cui ha preso corpo con una maturata consapevolezza, i suoi eleganti dipinti dalle pennellate espressive a partire dall’estetica dei volti e dei corpi, rappresentano il riflesso della sua anima guerriera, donne che hanno deciso di non arrendersi romantiche e coraggiose, sempre bellissime e senza tempo.
Beatrice Summa è un’artista poliedrica nata in Lucania, e di ritorno nella sua Villa d’Agri (PZ) pittrice, scultrice ed anche scrittrice, con una formazione d’eccellenza, Laureata in Filosofia all’Università “La Sapienza” di Roma, ha poi seguito le sue passioni frequentando “la Libera Accademia di Belle Arti – Rufa” ha fatto seguito la formazione presso
la bottega dello scultore Fernando Mario Paonessa; per il perfezionamento della sua attitudine alla realizzazione di gioielli ha frequentato la
“Bottega delle Arti Orafe” laboratorio orafo di Guerrini, collaboratore di “Bulgari”. Le numerose attività artistiche l’hanno portata a partecipazioni dapprima a mostre collettive nella Capitale e non solo: dí maggiore risalto sono quelle alla “Chiesa degli Artisti”, “Palazzo Margutta”, il “Chiostro del Bramante”, il Museo “Venanzo Crocetti”, l’Accademia di belle Arti a Roma, la Galleria Internazionale “Area Contesa Arte” in via Margutta, ed esposizioni presso il “Complesso Monumentale del Pio Sodalizio dei Piceni ” in occasione dell’evento ” Donne in Luce”, ed al Circolo delle Vittorie” ; a seguire Altre esposizioni tra personali e collettive sono state presentate nella sua terra Lucana, si ricordino quella presso il Castello di Monteserico a Genzano di Lucania e due personali presso la “Villa del Marchese San Felice”
in Viggiano (PZ); nella città di Potenza: una performance artistica collettiva presso Torre Guevara; ed ha partecipato a Macerata, con l’ Associazione AMBALT , ad una mostra collettiva.
Beatrice dichiara del suo intenso legame con l’arte dietro cui risiede la sua parte interiore fatta anche di fragilità:
“L’arte è il più nobile e sofisticato dei travestimenti dell’anima, quando decide di svelare o negare le verità profonde. È il luogo per eccellenza in cui tutto diventa possibile” , che sia una delle ragioni delle tante splendide maschere piumate raffigurate sulle sue tele.
La donna è rappresentata nelle sue opere con una bellezza pura, in un vortice di colori che vanno dai gialli agli ocra fino ai rossi simboli di passione, di amore e libertà, come lei stessa rivela: “Per le passioni vere, autentiche, non c’è mai una fine scontata”.
Il serpente, simbolo di rinascita e di potere, è un elemento ricorrente nelle sue opere. Le donne di Beatrice si fanno avvinghiare dai serpenti senza paura, rappresentando la loro forza e la loro determinazione.
La sua arte è un riflesso della sua vita, fatta di scelte coraggiose e di una profonda connessione con la natura. I colori intensi e passionali delle sue opere rappresentano la forza e la bellezza della donna, che si esprime con coraggio e fierezza.
Le sculture di volti e corpi di donne avvolti da temibili serpenti sono un esempio di come l’arte possa esprimere la profondità dell’anima e la complessità della condizione umana.
“L’universo femminile delle mie donne si esprime con particolare novità e messaggi non solo artistici”, afferma l’artista. Le sue opere raccontano gli affanni e le lotte delle donne, ma anche la loro forza e la loro bellezza. Sono opere che durano nel tempo, perché arrivano al profondo dell’anima e lasciano un’impronta indelebile.
L’esperienza della mostra propone prepotentemente la connessione tra l’arte e l’anima, che riflette lo stile e la personalità dell’artista, e ne sottolinea il dono dell’arte, la chiave per sbloccare il nostro potenziale e realizzare i nostri sogni.
La mostra dopo l’inaugurazione del 9 agosto è stata visitabile anche il 10 e 11 Agosto nella suggestiva chiesa con un seguito a TRAMUTOLA, un altro Comune della Val d’Agri.
Carmen De Rosa