1169 sono le parole usate dall’attuale Presidente del Gruppo Lucano per chiarire la situazione presente. Molte in un’epoca di comunicazione veloce e succinta. Prometto di essere molto più breve. In passato ho ricoperto il ruolo di Direttore Generale del Gruppo Lucano, ora sono il Presidente della sede di Fardella.
Sono di formazione un fisico nucleare sperimentale abituato, per deformazione professionale, ad osservare i dati per capire se sono in accordo con le teorie. E cominciamo subito dai dati.
Il primo dato è che nell’ultimo Raduno Nazionale del Gruppo Lucano, svoltosi due settimane fa, erano presenti poco più di 100 volontari con la divisa del Gruppo. Ricordo ancora l’evento del 2009 all’aeroporto di Grumento Nova, dove più di mille volontari erano presenti per salutare il rientro della colonna mobile dall’Aquila in occasione del terremoto dell’Abruzzo. Questo dato sembra corroborare la mia teoria che sotto l’attuale dirigenza del Gruppo Lucano il senso di solidarietà tra volontari e tra sedi sia andato sfilacciandosi, considerando che solo il numero dei Presidenti di sede sarebbe bastato a superare quel livello di presenza.
Secondo dato è che recentemente 30 sedi hanno manifestato per iscritto l’alto livello di insoddisfazione per il deterioramento dei processi di democrazia interni all’Associazione. Non era mai successo nella trentennale storia del Gruppo Lucano. Questo dato, combinato con il numero di sedi che hanno abbandonato il Gruppo Lucano, conferma la mia teoria che l’attuale gruppo dirigente abbia perso la capacità di gestire in maniera democratica qualunque forma di dissenso interno e non si rende conto che il dissenso è fondamentale per la vita democratica di un’Associazione di volontariato.
Terzo dato è la mancata risposta del gruppo dirigente allo smantellamento della sede storica di Viggiano messa in atto dall’Amministrazione Comunale. Nel 2015 a Sendai (Giappone), in occasione della Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulla Resilienza, Viggiano ricevette il riconoscimento di Città Modello di Resilienza (in Italia solo Venezia e Torino avevano quel riconoscimento) con la motivazione che a Viggiano era nato un modello innovativo di resilienza dal basso verso l’alto (il Gruppo Lucano). In quell’occasione il sindaco Amedeo Cicala presentando davanti ai delegati il modello Viggiano prese l’impegno a sostenere il processo di resilienza nella città. Oggi a Viggiano vengono comunicati sgomberi uno dopo l’altro al Gruppo Lucano. L’attuale dirigenza del Gruppo Lucano dov’è mentre avviene questo? Proprio perchè è vero che i risultati raggiunti in passato erano merito dei volontari, bisognava riconoscere merito ai 20 volontari che 30 anni fa avviarono a Viggiano la nascita del Gruppo Lucano. Quei 20 volontari rappresentano tutti noi che accettiamo sacrifici personali per sostenere le nostre comunità e rappresentano l’orgoglio di far parte della più grande Associazione di Volontariato nata in Sud Italia. Forse oltre alla solidarietà stiamo perdendo anche l’orgoglio di essere figli di questa terra.
Infine un breve commento sul concetto del rispetto delle regole che sembra essere uno dei capisaldi su cui l’attuale gruppo dirigente vuole basare la sua politica. Sono Presidente di una sede che da circa un anno non riceve alcuna comunicazione sulle attività del Coordinamento, incluse le Assemblee dei presidenti e le possibilità per i volontari di partecipare sia ai corsi di formazione che alle campagne AIB. E Fardella non è l’unica sede in queste condizioni. Questo, come ho fatto presente in varie occasioni sia al gruppo dirigente che al Dipartimento della Protezione Civile Basilicata rappresenta una violazione dell’articolo 7 dello statuto Nazionale del Gruppo Lucano che sta comportando danni sia ai volontari che al territorio.
Forse quando si parla di regole bisognerebbe stare attenti a come si opera prima di lanciare accuseadaltrichehannodirettoilGruppoLucanoportandolonel2019alriconoscimentodiAssociazione Nazionale.
La mia impressione personale è che l’attuale gruppo dirigente non sia in grado di raccogliere la grande eredità storica del Gruppo Lucano e dovrebbe avviare un profondo processo di autocritica.
Dott. Giuseppe Guarino




