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I droni anticendio: l’esperienza di Pisticci


Da giugno a oggi in Italia sono andati in fumo oltre 26.000 ettari di boschi. L’estate non è arrivata neanche al giro di boa eppure, secondo le stime di Legambiente, il totale della superficie bruciata ha già eguagliato il dato dell’intero 2016. Nella maggior parte dei casi è l’uomo a scatenare i roghi, in modo più o meno intenzionale. Prevedere e prevenire un incendio è quindi impossibile. Possiamo, però, sapere in anticipo quali sono le aree più a rischio e come si comporterà un incendio nel momento in cui si dovesse scatenare: quanto sarà esteso il fronte del fuoco, in quale direzione e con quale rapidità si sposterà. La scienza ha fatto grandi passi avanti: oggi diversi modelli previsionali consentono di elaborare mappe di rischio ad alto livello di dettaglio sul territorio. La maggior parte di questi modelli elabora diverse informazioni.

Tra le tecnologie avanzate per il rilevamento delle emergenze ambientali – oltre agli incendi le aree inquinate ed ogni altro fattore di inquinamento – c’è l’utilizzo di aeromobili observer e droni.

I vantaggi del pilotaggio remoto – sottolineano alla base aerea Winfly, aviosuperficie di Pisticci, dove si sono svolti già diversi corsi per pilota di droni – sono virtualmente illimitati e la miniaturizzazione dei sensori utili alle attività di rilevamento rende i droni strumenti di lavoro aereo in grado di svolgere attività che, fino a pochi anni fa, potevano essere operate solo mediante aeromobili “con pilota a bordo”. Droni e antincendio: un rapporto ancora in divenire, che, con lo sviluppo dei mezzi aerei a pilotaggio remoto, diventa sempre più di attualità, in quanto possono rappresentare un valido strumento nella lotta ai roghi. Per questa ragione è strategica la posizione geografica della struttura aeroportuale di Pisticci che la rende un valido strumento per un gran numero di servizi ed attività sull’intero territorio non solo regionale, oltre che per  il monitoraggio e i rilievi ambientali per l’avvistamento e lo spegnimento di incendi, servizi di Protezione e di emergenza sanitaria. Ed è qui che sono in programma, dopo i corsi già svolti nei mesi scorsi, ulteriori attività di formazione per diventare pilota di drone professionista.
La richiesta di licenze per gli aeromobili a pilotaggio remoto – sottolinea Winfly che ha esperienza diretta nell’impiego di droni –  ha determinato la scelta di continuare l’attività di formazione perché il mercato dei droni mostra segnali di crescita. Gli Apr (Aeromobili a pilotaggio remoto) che volano nel Paese ad oggi risultano essere oltre 1.200, almeno tenendo in considerazioni quelli che volano nel rispetto del Regolamento emesso dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), recentemente aggiornato. La compagnia, inoltre, continuerà le esperienze di alternanza scuola-lavoro presso gli Istituti di Istruzione Superiore ad indirizzo Trasporti e Logistica nazionali: in particolare, è stato sottoscritto un accordo di partenariato con l’Istituto Tecnico “Olivetti” di Matera che, unico sul territorio regionale, ha attivato l’indirizzo Trasporto e Logistica, Articolazione Conduzione del mezzo per l’effettuazione di esercitazioni aeronautiche, stage tecnico – pratici, lezioni con aula volante di ambientamento e familiarizzazione
Nel prossimo decennio, la richiesta di formazione aumenterà con le previsioni di crescita della flotta mondiale di velivoli da trasporto del 4% annuo, che porterà il numero di velivoli da 18.935 a 27.970. Secondo la “Previsione 2014 Piloti e Tecnici” entro il 2031 il mondo avrà necessità di 360.000 nuovi piloti di aerei commerciali.

 

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