Primo PianoPetrolio in Val d'Agri e Valle del Sauro

VIS, confermato il «forte impatto». In sala magliette con la scritta «Basta veleni»


Per oltre quattro ore (erano circa le 22.30, quando l’incontro è terminato), un pubblico numeroso e attento ha seguito con grande attenzione la relazione del professor Bianchi, seguita poi da una serie di interventi.
Un gruppo di cittadini si è presentato in sala indossando magliette con scritto «Basta veleni», altri hanno mostrato il loro dissenso invocando subito la «chiusura del Centro Olio». E le preoccupazioni non si sono placate anzi sono cresciute quando il professor Bianchi ha ribadito che «gli eccessi di mortalità e ospedalizzazione ci sono e sono forti nelle aree più impattate», ma «si allarga il rischio anche a Corleto Perticara e Montemurro».
Camilla Nigro dell’associazione «Bene comune» di Viggiano ha preso la parola per esprimere «la volontà degli abitanti della zona di fermare il Centro olio finché non avverrà la bonifica dell’area e, quindi, fino a quando non saranno create le condizioni di tutela della salute della popolazione e il mantenimento dell’equilibrio ambientale dell’area». Tra le richieste, è stata sollecitata la sorveglianza sanitaria sull’intera valle.
Preoccupazione da parte sua è stata espressa dal sindaco di Viggiano, Amedeo Cicala, il quale ha annunciato che i dati emersi dallo studio «saranno oggetto di ulteriori approfondimenti da parte dei rappresentanti del mondo
scientifico» che dovranno esprimere la parola definitiva sul problema che sta inquietando da tempo le popolazioni. Cicala ha spiegato che «la Vis è stata determinata dall’esigenza di fare chiarezza in quanto erano sorti dei dubbi sull’ambiente e sulla salute. Avevamo “annusato” che qualcosa non andava. La Val d’Agri deve diventare la priorità delle priorità e ospitare una sede dell’Arpab».
Per quanto riguarda l’ipotesi di un nuovo stop del Centro olio della Val d’Agri il primo cittadino ha fatto presente che «occorrerà fare una valutazione complessiva a seguito dei dati emersi dall’indagine sanitaria». «La questione della chiusura o meno del Cova deve essere oggetto – ha sottolineato Cicala – di un approfondimento da fare insieme a tutti i soggetti interessati.
Alcuni dati saranno meglio compresi in altre riunioni e questo non per rinviare o per scaricare le responsabilità».
Preoccupato per i risultati a cui è giunta la Vis anche il sindaco di Grumento Nova, Antonio Imperatrice, che, ha detto, «ci consegnano un punto zero ritardato, ma ci consegnano anche una certezza maturata già da tempo, vale a dire che indipendentemente da fermo o start up del Centro olio, oltre a quello che oggi si estrae in quest’area nemmeno un altro barile in più può essere concesso alla compagnia petrolifera».
Insomma la partita Vis non si chiude qui. «È una questione di rilevanza nazionale – ha detto concludendo i lavori, l’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono -. Chiederemo un tavolo nazionale con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Ispra e la Commissione Vis e se dovesse emergere un nesso di causalità tra petrolio e salute chiuderemo il Centro Olio Val d’Agri». Inoltre, ha ricordato che «essendo in corso la revisione dell’Aia, si potrà affron-tare anche la questione dei Composti organici volatili (Voc), tra cui gli idrocarburi non metanici, che non sono monitorati».
Il deputato Cosimo Latronico (Direzione Italia) ha presentato un’interrogazione ai Ministri della Salute, dell’Ambiente e dello Sviluppo economico «per sapere se abbiano acquisito o intendano acquisire lo studio Vis». Latronico ha chiesto «il coinvolgimento del Governo» per sapere, in particolare, «quali iniziative di competenza » i Ministri «intendano porre in essere, in accordo con gli altri soggetti coinvolti, al fine di garantire la massima tutela ambientale e della salute pubblica, minimizzando i rischi connaturati all’attività industriale del Centro Olio dell’Eni di Viggiano».
«Un rapporto ben progettato – ha detto Latronico -, un limite è non avere parametri di paragone con le condizioni precedenti all’avvio delle attività petrolifere in Val d’Agri. Quel che emerge a prima vista è che l’impatto zero delle attività petrolifere non esiste e questo rappresenta una gravissima mancanza; che bisogna elevare i livelli di monitoraggio confrontando la concentrazione degli inquinanti nei diversi composti, pretendere che l’Eni e gli altri concessionari adottino sempre gli ultimi dispositivi per limitare le emissioni fuggitive e da ultimo rivedere tutti i piani per limitare le emissioni».

FONTE: PINO PERCIANTE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Qui le interviste al Prof. Fabrizio Bianchi e al Presidente della Commissione Michele Montone

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