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Un altro riconoscimento per il prof Ruggiero Antonio originario di Sant’angelo le Fratte

“Provo una grande emozione nel vedere genitori che seguono i propri figli in percorsi così complessi che spesso durano mesi e anni, e affrontano enormi sacrifici pur di stare accanto ai loro bambini. E’ un dovere aiutare i genitori dei piccoli ospiti di questi reparti, perché spesso alla tragedia delle difficili condizioni dei figli si sommano difficoltà economiche e materiali”.

Così il ministro della Famiglia e le disabilità Lorenzo Fontana, che ha visitato ieri l’Unità operativa complessa di Oncologia pediatrica della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs e il Centro Clinico Nemo Roma attivo presso l’ospedale per la cura delle malattie neuromuscolari. A dare notizia della visita è una nota della struttura sanitaria capitolina. Una visita durata oltre 2 ore, riferisce il Gemelli, durante la quale il ministro ha incontrato personale medico e sanitario, bambini e adulti ricoverati, molti provenienti da fuori Lazio. Fontana, accompagnato dal senatore Gianfranco Rufa, è stato accolto dal direttore generale Marco Elefanti, dal direttore del Governo clinico Rocco Bellantone, e dal direttore medico Relazioni esterne ed eventi della Fondazione Policlinico Gemelli Giorgio Meneschincheri. Il ministro si è intrattenuto prima nel reparto di Oncologia pediatrica diretto da Antonio Ruggiero originario di Sant’angelo le Fratte, punto di riferimento per l’oncologia pediatrica del Lazio e del Sud Italia. Poi ha visitato il Centro clinico Nemo, struttura di avanguardia per la cura dei bambini e degli adulti colpiti dalle malattie del motoneurone e dalle distrofie muscolari.

“Per il problema legato alla disabilità la questione economica è fondamentale – ha detto Fontana – Non può essere affrontato dallo Stato con superficialità. Occorre trovare le risorse per sostenere queste persone che non devono smettere di sperare e che pur vivendo con grandi difficoltà non devono avere l’idea di affrontare una battaglia persa, ma che ci sarà una luce per loro in fondo al tunnel della malattia”. Infine il ministro ha incontrato i pazienti pediatrici del Centro Nemo. “Dovete sempre sperare – ha detto rivolto ai familiari dei bambini – lo dovete ai vostri figli che vivono la malattia, ma lo dovete anche ai genitori dei piccoli che non ce l’hanno fatta. Occorre sensibilizzare e cambiare atteggiamento per migliorare la vita delle persone senza pensare se è una vita dignitosa o no, perché così facendo si va verso una deriva pericolosa. La speranza di un futuro migliore è certamente legata alla ricerca. Sono contento di vedere – ha detto rivolto all’èquipe medica – che siete seguiti da un team di specialisti in grado di fornire un approccio multidisciplinare e completo per il bambino con patologie neuromuscolari, ma che sperimenta e ricerca anche nuove cure per l’atrofia muscolare spinale”.

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