L’ordinanza del Presidente Bardi sarebbe completamente condivisibile se avesse decretato la chiusura anche delle scuole dell’infanzia, pur non essendo scuola d’obbligo. Il Covid con le varianti presenti, specialmente quella Inglese, stanno dimostrando che oltre alla superiore capacità di trasmissione, contagia anche i più piccoli. E’ il caso di ricordare che il personale impegnato in quest’ordine di scuola presta regolarmente servizio con bambini piccoli che cercano il contatto fisico con l’insegnante, chiedendo di essere presi in braccio, ecco perché era auspicabile la chiusura anche di queste scuole.
Per noi la «fiducia è l’elemento dal quale ripartire» .Quello che è mancato fino ad ora a livello ministeriale e governativo è un clima di fiducia che permettesse di superare i conflitti. La scuola è in emergenza. C’è grande preoccupazione.
«Tenere i nervi saldissimi» – ha detto il neo ministro Bianchi nel primo incontro con i sindacati riferendosi alle emergenze in corso. Quella pandemica, «vaccinare il personale il prima possibile: bisogna andare a scuola sentendosi in sicurezza»; quella legata alle decisioni dei Governatori, «va riaperto il tema dei rapporti Stato-Regioni, bisogna affrontare le cose per quello che sono»; quello legato al dialogo istituzionale, «non dobbiamo avere paure, ma coscienze sì»; quello legato al lavoro da fare, «servono operazioni strutturali, dobbiamo uscire dalle azioni congiunturali e dalla continua emergenza». Ci aspettiamo adesso discontinuità nella gestione dell’emergenza pandemica. Quello che serve è «un cambio di passo e di tendenza: questo vuol dire non solo velocità ma cambio di direzione»; le attuali condizioni in cui versa il nostro sistema di istruzione sono il risultato di oltre vent’anni di politiche di disinvestimento, di logiche neo liberiste.
Ora occorre lungimiranza. «Serve una visione che governi l’emergenza, a livello nazionale, regionale e locale e dia strumenti per fare, per trovare soluzioni, per dare stabilità».
Luigi Veltri, segretario regionale Uil Scuola