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L’Intelligenza Artificiale è già qui. Cosa fare?


I bancomat al posto di 55 sportelli bancari definitivamente chiusi in Basilicata in 5 anni, quasi un quarto del totale, con una perdita di 133 posti di lavoro pari al 12,4%, sono forse l’esempio diretto più vicino. La rivoluzione digitale è già qui. L’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie stanno cambiando radicalmente il mondo del lavoro. Sempre in Basilicata le ripercussioni in parte in atto e comunque prevedibili riguardano principalmente le attività dei call center (sono oltre 400 solo i lavoratori della Callmat di Matera), di uffici e servizi pubblici, oltre ad incidere sullo smart working che nella fase della pandemia ha coinvolto alcune migliaia di lavoratori lucani. Il settore pubblico – riferisce la ricerca di Fpa “L’impatto dell’intelligenza artificiale sul pubblico impiego” – subisce un forte impatto dall’adozione dell’intelligenza artificiale con circa il 57% dei dipendenti, 1,8 milioni di lavoratori circa, che saranno fortemente esposti alla nuova tecnologia e il 12% di questi che rischia di essere sostituito, un esercito pari a 218mila persone.
Per tutto questo l’enorme trasformazione va studiata e regolamentata. Di qui l’iniziativa assunta dalla Uil in un confronto a Roma con i ragazzi e le ragazze dell’associazione di promozione sociale giovanile “asSociata”. Come ha spiegato il segretario generale PierPaolo Bombardieri “per capire come si sta sviluppando l’IA, per noi, è fondamentale ascoltare chi questo nuovo mondo del lavoro lo vivrà in prima persona: i giovani. Siamo convinti che non dobbiamo essere noi a spiegargli come va il mondo, ma sono loro che devono avere l’opportunità di dirci come vogliono il loro futuro. Con loro – riferisce Bombardieri – abbiamo parlato di smart-working e diritto alla disconnessione, temi cruciali per rendere lo sviluppo digitale un’occasione per coniugare produttività e benessere di lavoratrici e lavoratori, e non uno strumento di sfruttamento come purtroppo accade oggi. Basti pensare a tutti gli impiegati in lavoro agile a cui è stato negato il buono pasto o pagano di tasca propria l’elettricità e la connessione per lavorare. Sono problemi nuovi che non possiamo più rimandare.  Dobbiamo discuterne e oggi lo abbiamo fatto in modo proficuo.  Proprio questo intendevamo, quando abbiamo scelto di diventare il sindacato delle persone, ascoltare la voce e i bisogni di chi non vede riconosciuti i propri diritti di cittadinanza, come quello allo studio o al lavoro”.

L’altra faccia della medaglia: sulle 3180 nuove entrate nel mercato del lavoro lucano entro la fine di questo mese il 51,2% è di difficile reperibilità. Il Borsino delle professioni riporta tra i profili più difficili da reperire prevalentemente i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (68,5%), i tecnici in campo ingegneristico (64,7%), i tecnici della salute (62,1%) e gli ingegneri (58,8%).  I più ricercati sono i profili professionali specialistici in digitale-informatica.

“Abbiamo discusso di IA dell’opportunità, sulle modalità e sui terreni di applicazione già oggi e sugli scenari. Siamo un’Organizzazione dal dna moderno e innovatore, che – sottolinea il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli – non si è mai spaventata dei cambiamenti e, al contrario, ha sempre provato ad attrezzarsi in anticipo per non subire le transizioni, ma per essere in grado di fronteggiarle e governarle, riuscendo a mitigare gli effetti negativi ed a sintonizzarsi con la velocità di una società che si rinnova costantemente.

L’adozione dell’Intelligenza Artificiale – aggiunge Tortorelli – spinge fortemente a cambiare le condizioni di accesso al mercato del lavoro e a promuovere lo sviluppo di nuovi servizi, ma serve maggiore attenzione ai dati e alle organizzazioni del lavoro stesso. In questo contesto emerge chiaramente che l’incertezza sulla dinamica tra perdita e creazione di posti di lavoro, richiederà ai governi e alle parti sociali di prepararsi e affrontare le sfide associate alla digitalizzazione e all’applicazione dell’IA e i loro effetti indesiderati sull’occupazione, sulla protezione del lavoro e sulle imprese. Alcuni mestieri e lavori scompariranno e molti altri cambieranno. Ciò richiede di anticipare il cambiamento, fornendo le competenze necessarie ai lavoratori e alle imprese”.

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