Società e Cultura

Lessico Civile. Portare i cittadini alla sapienza per avere una società meno fragile

L’essere umano è un essere mancante, ciò di cui manca è innanzitutto il “sapere” che poi è conoscenza. Per tutta la vita lo cerca quel sapere, perchè mancare di sapere significa patire uno stato di ignoranza e l’ignoranza è un male per la comunità.

Il sapere è conoscenza. La conoscenza è quell’insieme di concetti, procedure, capacità e competenze che ci consentono di agire nel mondo, di avere un minimo di sovranità sui fenomeni.

Però c’è una parola che più intensivamente riesce ad esprimere ciò a cui la mente umana aspira, la parola: “sapienza“. La sapienza è qualcosa in più della conoscenza, è la capacità di gestire il proprio essere in modo da abitare il mondo secondo il massimo delle possibilità umane.

Socrate difendendosi dai giudici dice: “l’essere umano aspira alla sapienza delle cose umane”, collegate alle virtù umane, alla politica, alla saggezza.

Cosa vuol dire avere una sapienza e non solo una conoscenza? Vuole dire non solo avere conoscenza delle discipline scolastiche, imparate a scuola, essenziali per la vita ma avere una sapienza del modo di essere nel mondo. La sapienza delle cose grandi.

Se la comunità attuale, le Istituzioni formative, includessero dentro i progetti di educazione e formazione questo principio, cioè di portare i cittadini alla sapienza: sicuramente avremmo una società meno fragile. Non si deve parlare solo di emergenza educativa quando ci sono dei casi estremi, si deve parlare quando manca la capacità di stare là dove si danno le cose più importanti e la sapienza delle cose umane è la conoscenza di quella tecnica della vita che consente di guadagnare, non solo la virtù delle scienze, ma anche e soprattutto la verità dell’esistenza che ci rende in grado di abitare il mondo.

Oggi si parla di educazione alla cittadinanza, spesso si fraintende perchè si interpreta l’educazione alla cittadinanza come capacità di adeguarsi alle regole e non come la capacità di pensare il mondo così come dovrebbe essere per consentire il pieno fiorire delle capacità umane. Ridisegnare l’educazione alla cittadinanza, secondo il principio della sapienza concepita dagli antichi Greci, significa pensare ad una Scuola dove si impara ad amare la ricerca delle cose più importanti che possono nutrire l’anima e per questo il problema più grande, rispetto a questo desiderio del sapere grande, non è l’ignoranza intesa come mancanza di sapere ma è l’ignoranza intesa come l’incapacità di sapere che noi non siamo mai in grado di sapere completamente quello di cui abbiamo necessità.

Allora la vera cittadinanza, la vera sapienza è capire i propri limiti. Avere un senso della necessità, dell’umiltà. Avere un senso profondo di quelli che sono i limiti della ragione umana che sono le uniche condizioni che ci mettono nella ricerca profonda della saggezza.

da una lezione della Filosofa e Docente Luigina Mortari

 

Per approfondire:

 

Il ruolo della “cultura” nella prossima fase 2 dell’emergenza sanitaria