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Legambiente puntualizza in merito alle dichiarazioni della Regione Basilicata sui dati di Goletta Verde


In riferimento alle dichiarazioni rese dell’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Francesco Pietrantuono, a seguito della comunicazione dei dati relativi alle analisi effettuate dai tecnici di Goletta Verde lungo la costa della Basilicata si specifica che l’obiettivo del monitoraggio di Legambiente pone l’attenzione al rischio d’inquinamento causata dalla mancanza o inadeguatezza del servizio di depurazione e alla presenza di scarichi che si riversano nelle acque marine. A questo proposito, la determinazione dei singoli punti avviene attraverso la raccolta d’informazioni sul territorio da parte dei circoli locali di Legambiente e delle segnalazioni dei cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.

Importante anche ricordare che, come specificato nel comunicato stampa e durante la stessa conferenza stampa, nel raccontare la fotografia scattata da Goletta Verde, Legambiente non ha mai sostenuto che tutta la costa lucana, né le intere fasce costiere dei singoli comuni siano inquinate e non ha soprattutto mai dato giudizi sulla balneabilità delle acque. Compito che svolge l’Arpa di concerto con le amministrazioni locali, i cui dati sono quelli di riferimento.

“Concordiamo con l’assessore che le analisi di Goletta Verde non sono rappresentative della qualità della balneazione in Basilicata. Lo abbiamo sempre sottolineato, perché non è quello il nostro obiettivo – spiega Serena Carpentieri, responsabile Campagne di Legambiente -. Noi non assegniamo patenti di balneabilità, in quanto fotografiamo una situazione in un determinato momento e relativa esclusivamente ai punti monitorati dal nostro laboratorio mobile. Il giudizio di Legambiente è riferito esclusivamente ai punti monitorati nell’ambito della campagna Goletta Verde, prelevati in particolare in prossimità di foci, canali e fossi proprio con l’obiettivo di denunciare come ancora oggi questi siano ricettacolo di scarichi non depurati, costituendo la principale fonte di immissione di inquinanti in mare, come fra l’altro viene indicato dalla direttiva comunitaria che chiede di monitorare anche i punti più a rischio di inquinamento e non limitarsi a verificare la balneabilità delle spiagge. I criteri che adottiamo nel determinare i punti di campionamento rispondono a questo obiettivo.”

“Laddove emergono dati critici e non sottovalutabili sulla presenza di cariche batteriche è bene cercare di individuare e risolvere la causa – dichiara Valeria Tempone, direttrice di Legambiente Basilicata -. Alla Giunta regionale della Basilicata abbiamo già riconosciuto l’impegno assunto con la recente delibera che disponeva l’aggiornamento della cartografia delle aree marine da vietare temporaneamente alla balneazione per motivi di studio. Siamo ovviamente disponibili a incontrare sia l’assessore regionale all’Ambiente che i sindaci dei comuni interessati per valutare insieme quali azioni intraprendere per risolvere definitivamente le criticità ancora presenti”.

L’interlocuzione con i Sindaci è già proficuamente iniziata perché è interesse comune risolvere le criticità emerse e migliorare sempre di più la qualità complessiva della costa jonica lucana che dispone anch’essa di un ricco patrimonio di naturalità storia e cultura.

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