Cucina e Prodotti tipici

La sfida dell’Oleoturismo. Quale futuro in Basilicata?


Di Franco Fucci

L’oleoturismo, rappresenta una forte potenzialità per l’Italia intera, ma in modo particolare per la Basilicata. Il messaggio è  venuto di recente da Oliocapitale, il salone italiano dell’olio di oliva di qualità, che ha riunito in una tregiorni a Trieste più di 220 espositori, ed attirato buyers, mondo associativo,  consorzi ed enti privati e pubblici,  stampa,  esperti e appassionati da ogni dove.

Circa venti aziende sono andate  non solo  per cercare compratori per il proprio olio evo, ma per proporre principalmente la loro  esperienze e l’offerta turistica collegata alla produzione  oleicola, che vuole rispondere   ad una domanda crescente di visitatori, attratti da esperienze e sensazioni autentiche, come quelle che vengono dalle visite a  oliveti e frantoi, dalle degustazioni abbinate ai tour ed alle visite, in contesti naturali, tradizionali e sostenibili. A  richiamare l’attenzione sul tema e a portare a Trieste gli operatori di oleoturismo è Mirabilia, il network coordinato dalla Camera di Commercio della Basilicata, di 21 aree italiane accomunate dalla rilevante importanza storica, culturale e ambientale, da Nord a Sud, con la presenza di 35 siti Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, in cui le Camere di commercio  promuovono  un marketing integrato  diretto a valorizzare il territorio attraverso il turismo culturale e sostenibile.

Se l’enoturismo, collegato alla produzione vinicola, al turismo dei vigneti e delle cantine  si è già consolidato da diversi anni, l’oleoturismo è solo all’inizio.

La presenza con Mirabilia  a Trieste di tre aziende già attive nel settore,  come Podere Malvarosa di Melfi,   le materane coop. Uliveti ritrovati e  azienda agricola L’Uliveto ( che gestisce anche il Museo dell’olio di oliva),  conferma l’interesse degli operatori e la presenza di basi interessanti, anche   nell’ ottica  della  diversificazione e destagionalizzazione dell’offerta turistica lucana. Competenza e qualità del servizio restano fondamentali, tenuto conto della specificità del turismo oleicolo, in quanto turismo esperienziale e attento all’ autenticità ed alle storie reali delle persone  e delle aziende. C’è  bisogno di fare rete sempre di più, di creare opportunità di formazione e di scambio con le “best practice”, di creare anche un insieme di servizi integrati a supporto.

Esigenza primaria è quella di consolidare prioritariamente l’inquadramento istituzionale e normativo del settore. Una  legge quadro nazionale  esiste,  e consiste  nei commi 513 e 514 dell’art.1 della Legge n.169 del 27 dicembre 2019 (Legge di bilancio 2020).  Un decreto interministeriale, pubblicato il 14 febbraio 2022, ha definito gli indirizzi e le linee guida per lo svolgimento dell’attività oleoturistica.  E’ auspicabile che anche la Regione Basilicata, (che ha istituito da poco l’albo delle aziende enoturistiche) provveda al più presto a recepire nel proprio ordinamento la norma nazionale, come la Toscana ,la Liguria, il  Veneto ed l’Umbria,  per consentire  di decollare ad un’attività tanto promettente e coerente con la vocazione agricola e turistica regionale.

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