Cronache

Incidente mortale a Oppido Lucano, basta con la strage sul lavoro


La strage sul lavoro continua: due morti in cantieri, con modalità molto simili, in poche ore. Ad Oppido Lucano, un operaio di 57 anni è deceduto a seguito della caduta da un solaio, da un’altezza di quasi 3 metri; un operaio di 46 anni è morto sempre in mattinata a Lograto, in provincia di Brescia, dopo essere rimasto schiacciato da una lastra metallica. La Uil – sostiene il segretario regionale Vincenzo Tortorelli – intensificherà la campagna “Zero Morti sul lavoro”, il  percorso di mobilitazione e sensibilizzazione a livello nazionale e regionale, come è accaduto sempre oggi a Napoli in piazza Plebiscito. Dopo  piazza del Popolo, a Roma, a Napoli un migliaio di bare – quanti sono i morti sul lavoro ogni anno – sono state esposte allo scopo di provocare la più forte reazione dell’opinione pubblica con l’auspicio che possa davvero essere il catalizzatore di un cambiamento prima di tutto nell’affrontare la prevenzione e la sicurezza. Vogliamo che questi eventi, che pensiamo di replicare anche a Potenza, siano la spinta per un Paese che si evolve e si impegna sempre di più a mettere fine alle morti sul lavoro. Lo abbiamo fatto con lo sciopero dell’11 aprile e i presidi di piazza Mario Pagano a Potenza e piazza Vittorio Veneto a Matera, con la manifestazione nazionale del 20 aprile scorso – con la parola d’ordine “Adesso basta” – e continueremo a farlo, a vigilare e a lavorare su ogni luogo di lavoro, affinché possiamo aspirare, tendere e concretizzare Zero morti sul lavoro. I numeri della “guerra” che si combatte anche in Basilicata: le morti sul lavoro nel 2023 – dati Inail – sono state 12 (8 industria 4 agricoltura), una in meno del 2022. Le denunce per infortuni 4079 (4259 nel 2022), di cui 565 “in itinere”. Quella delle vittime sul lavoro, è una strage, una guerra civile, che non si ferma: nel corso degli ultimi 10 anni, sono state quasi 15mila le persone che hanno perso la loro vita lavorando. Ecco perché la nostra mobilitazione continua: non ci fermeremo, non possiamo accettare che si perda una sola vita sul lavoro, è una questione di civiltà. Abbiamo ribadito le nostre proposte – continua – servono fatti concreti che, sino ad ora, non abbiamo visto. Ci sono solo risposte parziali che non vanno nella direzione da noi indicata. Servono più prevenzione e formazione, più ispettori e ispezioni. Le risorse stanziate, soprattutto per le assunzioni, sono del tutto insufficienti: occorre fare molto di più. È necessario ed urgente che, attraverso un rinnovato atto di responsabilità collettiva, Governo, Istituzioni, Conferenza Stato-Regioni, Enti preposti insieme alle Confederazioni Sindacali, stipulino un Patto per la Salute e per la Sicurezza sul Lavoro.

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