Petrolio in Val d'Agri e Valle del SauroPrimo Piano

Il sindaco di Viggiano attacca la protesta dell’indotto Eni sotto la Regione


La protesta delle aziende dell’indotto Eni, che mercoledì ha visto arrivare sotto la Regione un migliaio tra imprenditori e lavoratori, non è piaciuta a buona parte dei sindaci della Val d’Agri.

Per sbollire la rabbia preferiscono restare in silenzio, anche se, a poche ore dalla fine del presidio, una frase di Benjamin Franklin, postata sul profilo facebook dal primo cittadino di Sarconi, Cesare Marte, lascia ben intendere quale sia l’umore.

«Vicenda petrolio: la democrazia è due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare a pranzo; la libertà è un agnello ben armato che contesta il voto».

Parole molto sibilline soprattutto se, ma questa è solo una delle interpretazioni, il secondo “lupo”, visto che il primo non può che essere identificato con le compagnie e le aziende del settore petrolifero, fosse riferito alla Regione.

Sta di fatto, però,che ieri, contattato dalla Nuova, il sindaco di Viggiano, Amedeo Cicala, non foss’altro per il suo ruolo di primo cittadino della “Capitale del petrolio”, non si è affatto nascosto. E ha usato parole dure e di disappunto. Quella manifestazione, insomma, non è affatto piaciuta. “Mi sembra di capire che, sul tavolo della protesta del 9 Settembre, gli imprenditori dell’indotto abbiano evidenziato il pericolo dei licenziamenti, mostrando anche loro sensibilità per questo tema” – ha infatti esordito Cicala. Se così è, si è però chiesto il sindaco di Viaggiano, “come mai al tavolo regionale da me voluto e appoggiato dal presidente Pittella (per capire i veri numeri di occupati di tutto l’indotto Eni), le aziende si rifiutano di dare i nominativi dei propri dipendenti? Dipendendi ai quali però è stato chiesto per la protesta del 9 di Settembre non solo di metterci “il nome” per iscritto, ma anche la faccia”.

Insomma sulle ricadute occupazionali del petrolio in Basilicata, qualcuno continuerebbe a fare il furbo. Oltre che, evidentemente, a strumentalizzare (da una posizione di forza) i lavoratori, come ha accaduto dal primo giorno la Cgil. E Cicala lo dice chiaramente. “I numeri occupazionali che vengono propinati, non da ultimo quelli del Tgr Basilicata del 9 Settembre, non tornano e lo abbiamo detto piu volte”. E cita un esempio ben preciso. “Solo per citare l’ultimo in ordine di tempo” dice. Il riferimento è al pozzo Enoc5. “Ho chiesto almeno dieci volte e pubblicamente i risultati occupazionali per il territorio” – ha attaccato il primo cittadino di Viggiano. Ma “ad oggi non è arrivata nessuna risposta”.

Quindi il riferimento anche alla politica. E al ruolo delle istituzioni. “C’è una politica in Val d’Agri che ascolta tutti e sta tentando di creare un confronto non tra furbi ma tra persone per bene” – ha sottolineato. E dunque, ha aggiunto, “se qualcuno va di fretta, acceleri e risolva le questioni poste a detti incontri. Ai competenti tavoli stiamo parlando di economia, sviluppo, occupazione, ambiente, sicurezza, ecc., ma a volte sembra un confronto fra sordi e impegniamo mesi per ottenere risultati che potremmo raggiungere in pochi giorni. Pertanto urlare a destra e a sinistra non porta giovamento a nessuno, ma si crea soltando una gran confuzione, un grande babele”.

Dunque, il giudizio su quanto andato in scena mercoledi mattina, “A me – ha detto Cicala- francamente la protesta non è piaciuta e non l’ho capita, perché i temi sollevati a Potenza noi li stiamo affrontando da tempo nelle sedi competenti. Anche con l’indotto”. Quindi, l’avvertimento finale, “Se qualcuno si aspetta una politica debole in Val d’Agri, o ha intenzione di indebolirla, si sbaglia di grosso”. E il messaggio evidentemente, non è rivolto solo alle compagnie petrolifere e alle aziende dell’indotto.

FONTE: LA NUOVA DEL SUD

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