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Il materiale delle meraviglie e del futuro: il Grafene


Può un foglio di carbonio in 2 dimensioni, dello spessore di un atomo, rappresentare la più grande rivoluzione tecnologica dei prossimi vent’anni e cambiare le abitudini del nostro quotidiano vivere? Di cosa stiamo parlando? Del grafene, conosciuto anche come il “materiale delle meraviglie”. Sono stati due scienziati russi, Andre Geim e Kostantin Novoselov, ad essersene aggiudicati la scoperta nel 2004, insieme al Premio Nobel. In che modo è stato ottenuto il grafene? Utilizzando la grafite e trattandola mediante una soluzione di acido solforico e nitrico, è possibile asportare una striscia per volta, fino a rimanere con uno strato di carbonio monoatomico. Si tratta di un procedimento prima di allora ritenuto impossibile e che ha sbalordito tutto il mondo scientifico, perché il materiale ottenuto è di gran lunga più resistente dell’acciaio, è il più sottile e tra i più leggeri esistenti, oltre ad avere una straordinaria trasparenza, senza contare della sua notevole efficienza come conduttore di calore ed elettricità e della resistenza alla temperatura e alle variazioni del pH. Dunque, cosa ci riserva il futuro? La possibilità di investire in una tecnologia più attenta all’ambiente: dalla possibilità di ridurre i consumi dei trasporti, alla produzione di tecnologie di produzione energetica, ecologica ed estremamente efficiente. Per poi continuare con auto a idrogeno con serbatoi in grado di contenere più carburante o anche, in campo medico – immaginando il tricorder di Star Trek – vicina è l’introduzione di nuovi strumenti di diagnostica. Per ora, intanto, i costi di produzione sono esorbitanti, ma non si esclude che tra un decennio il grafene possa diventare una realtà universalmente diffusa nel concreto dei nostri giorni più “green”.

di Michela Castelluccio

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