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Il “compagno di coccole” per affrontare la solitudine del lockdown

Dal Belgio arriva il “knuffelcontact”


“L’emergenza Covid-19 sta confermando quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva già affermato nel mese di marzo ovvero che nel 2020 la depressione sarebbe stato il disturbo mentale più diffuso al mondo e la seconda malattia più frequente dopo le malattie cardiovascolari. Pochi mesi dopo l’Istituto Superiore di Sanità conducendo uno studio su 20.720 partecipanti insieme al Dipartimento di Salute Mentale dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli aveva confermato che la presenza del Covid-19, il lockdown e le successive limitazioni avevano fortemente aumentato i disturbi psicologici, in particolare i livelli di ansia e di depressione legati allo stress con una percentuale maggiore nelle donne.

La questione non è limitata al contatto fisico ma proprio alla presenza dell’altro accanto a sé, altrimenti si potrebbe pensare che le persone meno espansive o che appartengono a culture in cui c’è una limitazione culturalmente determinata di abbracci, baci e contatti fisici, ne risentano di meno ma non è così.

Il suo nome è “knuffelcontact” e significa, letteralmente, “compagno di coccole”. Ad istituire la figura è il governo belga in occasione del nuovo lockdown che, iniziato il 2 novembre, andrà avanti fino al 13 dicembre.

Come specificato sul sito del governo belga, “ogni membro della famiglia ha diritto a un compagno di coccole. Le famiglie possono invitarne a casa uno alla volta. Quando il compagno di coccole è presente non si possono ricevere ulteriori visite”. Le regole valgono anche per chi vive da solo: “Oltre al compagno di coccole si può invitare un’altra persona, ma esse non possono essere presenti contemporaneamente”.

La decisione presa dal governo belga è assolutamente in linea con gli studi scientifici tenendo anche in considerazione le indicazioni dell’OMS. Ma su che cosa si basa? L’isolamento associato alla depressione e in alcuni casi all’essere usciti dalla da un periodo di Covid-19, lascia un segno nella personalità.

Provvedimenti e figure simili erano state introdotte durante il primo lockdown da alcuni Paesi, anche se con le dovute differenze. In Olanda si era parlato di “seksbuddy”, un compagno di letto. Nel Regno Unito, invece, terminata la fase delle maggiori restrizioni era stata introdotta la “support bubble”, bolla di sostegno

Con l’isolamento e le sue conseguenze sulla mente l’integrità dell’ “Io”, quella struttura psichica organizzata e relativamente stabile che è deputata al contatto e rapporti con la realtà sia interna che esterna, è sempre minacciata. Soprattutto se poi si è di fronte una malattia diffusa a livello mondiale che colpisce direttamente o che investe persone care, amici, parenti e familiari. Il compagno di coccole o il compagno sessuale o il compagno adulto in qualunque forma noi lo vogliamo vedere e chiamare, svolge una funzione fondamentale di sostegno all’ “Io” restituendo benessere e sicurezza fino al “cessato pericolo”.

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