<<La rivoluzione siamo noi>>. Con queste parole Joseph Beuys, in sostanza, voleva lasciar intendere che il cambiamento sta dentro di noi e può avvenire solo per conto delle idee . Nato il 12 maggio di cento anni fa a Krefeld, in Germania, Beuys è stato definito “un artista-architetto universale” che ha spostato il gesto creativo direttamente nella natura per valorizzare pienamente le coordinate di una “land-espace”. Il suo lavoro travalicò tutte le tecniche e le metodologie della creatività, fu. cittadino del mondo, pittore e scultore concettualista, nome di punta degli immaginari avanguardisti che salirono alla ribalta negli anni sessanta-settanta del secolo scorso. Artista nel senso più totale del termine, ponendo all’interno dell’opera d’arte se stesso, il corpo, il suo vestiario ( cappello di feltro, gilet, bastone…), Beuys ha voluto sottolineare il potere antropologico di ogni processo creativo. Egli ci ha lasciato una lezione che non conosce limiti temporali (e geografici), secondo il suo punto di vista in ogni tempo, in ogni luogo la rivoluzione può essere equivalenza dello sconvolgimento dell’intelligenza e della sensibilità, delle abitudini della vita e delle strutture materiali. Sosteneva che “tutti siamo artisti”, nel senso che non tutti siamo scultori, pittori o perfomer, ma che ognuno di noi è in grado di influenzare i processi sociali con un proprio intervento.
Oltre ad essere stato il genio dell’arte contemporanea che più di ogni altro si è lasciato attrarre dal fascino della natura, concepita come sorgente di vita e madre del mistero, Beuys ha riconosciuto nel linguaggio il ”grande trasformatore” per dare forma ed organicità alle idee; ha saputo farsi testimone in prima persona del superamento dell’arte nel senso tradizionale del termine, tendendo i propri sforzi in direzione dell’utopia, dell’energia naturale e della comunicazione spirituale. Per il centenario della nascita moltissimi sono gli appuntamenti programmati in Germania, invece tra le iniziative promosse in Italia c’è quella di Spinoso, dove in un sito naturalistico del posto verrà inaugurato il “Sentiero Beuys”, composto da quindici “stazioni-installazioni” in cui saranno riportate idee, parole, concetti. << La celebrazione del centenario – sostiene Lino De Luise , sindaco del centro valligiano – può diventare un’opportunità per (ri)considerare un performer così influente che ha ispirato il pensiero di diverse generazioni e stimolato il dibattito (antagonista ) nell’arte e ben oltre i suoi confini>>. Scomparso nel 1986 a Dusseldorf dove aveva insegnato scultura alla Kunstakademie,, Joseph Beuys è stato con la sua arte e i suoi concetti di democrazia e libertà il portavoce di un’idea del cambiamento. Lo sguardo, l’ eco, gli orizzonti esplorati del suo immaginario utopistico continuano ancora ad echeggiare nel panorama mondiale dell’arte e del sociale. Proseguire ad esplorare le sue invenzioni, il suo pensiero vorrà dire prefiggersi l’obiettivo di sottoscrivere per il futuro un’idea di natura e di comunità. << Quello che tento di fare – diceva – è rilevare una visione futura in cui saremo sicuri un giorno di vedere applicati dei principi validi per l’organizzazione della società>>.
di Mimmo Mastrangelo