Cronache

Ieri a Roccanova i funerali del cacciatore ucciso


Perizie ed interrogatori per risolvere il giallo dell’incidente di caccia costato la vita, domenica scorsa, a Rodolfo Pesce, 68 anni, nativo di Castronuovo Sant’Andrea ma da anni residente a Roccanova. Lunedì prossimo ci sarà un sopralluogo a Sella del Titolo, la località dove è avvenuta la tragedia che si trova tra i comuni di Castronuovo e San Chirico Raparo. Se ne occuperà il consulente balistico Maurizio Broegg a cui il pubblico ministero titolare delle indagini, Giovanna Le Rose, ha affidato la perizia che dovrà chiarire da quale arma è partito il colpo che ha ucciso il pensionato: se dal fucile della persona attualmente indagata con l’ipotesi di omicidio colposo, vale a dire il professionista 67enne, originario dello stesso paese della vittima ma residente fuori regione, oppure dall’arma di uno degli altri cacciatori presenti nella zona.

La perizia servirà anche a ricostruire la distanza da cui è partito il colpo. I carabinieri in queste ore stanno cercando di rintracciare anche gli altri componenti della battuta di caccia che al momento della tragedia non erano stati trovati dai militari. Una cosa è certa: Pesce è morto all’istante colpito da uno sparo di fucile. Lo ha accertato l’autopsia che è stata eseguita mercoledì pomeriggio nell’ospedale di Lagonegro. L’esame medico avrebbe accertato la traiettoria del proiettile che sarebbe entrato da sotto l’ascella sinistra ed è uscito dal torace, dalla parte dell’ascella destra. Ieri intanto si sono svolti i funerali di Pesce, alle 11 nella chiesa madre di San Nicola di Bari a Roccanova. La persona indagata, sentita già domenica dai carabinieri, a caldo e ancora sotto shock avrebbe raccontato di aver sparato per colpire un cinghiale avvistato nei pressi della propria abitazione, senza immaginare che nel bosco potessero esserci delle persone, dal momento che la stagione della caccia al cinghiale è chiusa dal 31 dicembre.

Una volta colpito e caduto a terra, Pesce potrebbe essersi trascinato fino alla strada per poi accasciarsi, ma restano ancora dei dubbi. Duplice l’atteggiamento dell’indagato che ai carabinieri avrebbe raccontato di aver colpito erroneamente la vittima pensando di sparare ad un cinghiale, mentre davanti al pm si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le perizie e gli interrogatori serviranno anche a chiarire se è come dice lui, oppure se anch’egli faceva parte della comitiva di cacciatori e se il colpo che ha ucciso il pensionato non sia partito perché stava maneggiando l’arma, forse provandola prima che cominciasse la battuta di caccia.

FONTE: PINO PERCIANTE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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