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I 5 batteristi metal più tecnici al mondo


I batteristi metal sono tra i più veloci sulla piazza, scopriamo quali sono alcuni dei più famosi che hanno contribuito a far crescere il genere.

Quando si parla di batteria è inevitabile che vengano in mente grandi nomi come John ‘Bonzo’ Bonham, Stewart Copeland o Buddy Rich, ma spesso l’argomento coinvolge anche nomi della scena heavy metal. 

I batteristi metal d’altronde sono stati grandi innovatori per lo strumento, non solo a livello tecnico, ma anche per diverse trovate a volte esagerate, a volte adottate anche in altri generi come ad esempio nella fusion. Questi musicisti, ispirati ovviamente dai miti del rock e del metal stesso, sin dagli anni ‘90 hanno cominciato ad assimilare concetti e tecniche del jazz, per rendere più varie le loro scelte ritmiche e i fill. 

Certo, spesso la batteria nel metal è uno dei primi ‘ostacoli’ per l’ascoltatore neofito, ma allo stesso tempo è anche lo strumento più interessante. Non a caso se fino alla fine degli anni ‘80 le stelle indiscusse della band erano chitarristi e cantanti, in alcuni sottogeneri del metal ormai sono i batteristi ad avere i riflettori puntati addosso. Vediamo quali sono alcuni dei più famosi. 

Gene Hoglan

Parlare di heavy metal moderno senza menzionare Gene Hoglan è come preparare una carbonara senza le uova. Il ‘gigante buono’ del metal già faceva faville nei Dark Angel, band thrash tecnico poco conosciuta fuori dalla scena, ma che avrebbe meritato molto di più. Da qui Hoglan suona con i leggendari Death e in seguito con gli Strapping Young Lad del poliedrico Devin Townsend, collaborando anche con Fear Factory e Testament. Lo stile di Hoglan si basa su un uso del doppio pedale e su fill particolari creati usando piatti, ride e rullante. Una perfetta unione tra potenza e tecnica, Gene Hoglan è uno dei batteristi più amati della scena, nonostante non sia ormai tra i più giovani.

Mike Portnoy

Impossibile non inserire Mike Portnoy in qualsiasi rassegna dedicata a questo strumento. Il funambolico ex batterista dei Dream Theater non solo riesce a compiere dei veri e propri miracoli tecnici dietro le pelli, ma ha contribuito per anni alla stesura dei brani più famosi della band. Nonostante possa sembrare il contrario, Mike Portnoy in realtà ha un’attitudine legata alla vecchia scuola, la sua tecnica infatti non è seconda alla sua grinta, basta sentire un disco o un live dei Dream Theater per rendersene conto. Al momento Portnoy suona con i Winery Dogs e con i Sons of Apollo, inoltre sembra che anche il figlio Max sia molto promettente.

Dave Lombardo

Da molti considerato il ‘re’ dei batteristi thrash e uno di quelli che hanno praticamente messo le basi per la batteria metal moderna, Dave Lombardo continua a stupire anche all’età di 56 anni. Con gli Slayer scrive alcuni dei dischi più amati della storia del metal estremo, tra i quali l’incredibile Reign in Blood, dove la sua batteria regna sovrana e viaggia su velocità altissime che nel 1986 non erano ancora state raggiunte. Lombardo però non è capace solo di suonare a ritmi elevati, infatti con i Grip Inc. mostra un incredibile gusto con ritmi sincopati e fill complessi. Al momento è impegnato con i Suicidal Tendencies, band punk\thrash dove ha militato l’attuale bassista dei Metallica, Rob Trujillo.

Pete Sandoval 

Pete Sandoval è un nome che probabilmente non dirà molto a chi si tiene a debita distanza dai rami più estremi del metal, ma che a suo modo ha dato molto allo strumento e al genere. I Morbid Angel d’altronde sono una delle band più importanti della scena floridiana degli anni ‘90 e una delle poche ad essere riuscita ad ottenere un grande successo suonando Death Metal. Il merito, oltre all’estro compositivo del chitarrista Trey Azagthoth, lo devono anche alle trame di batteria di Pete Sandoval, create grazie all’unione tra il blast beat e i ‘tappeti’ di doppia cassa. Uno dei primi batteristi ad incidere dischi con questa tecnica che è stata poi utilizzata non solo nel metal estremo, ma anche in altri generi. 

Tomas Haake

Come unire il jazz alla batteria metal? Ci pensa Tomas Haake, batterista della band svedese Meshuggah. Non è certo il primo batterista metal a inserire concetti jazz\fusion nel genere, ma Haake ha avuto il merito di creare uno stile particolare, applicando la poliritmia alle composizioni. Haake quindi è capace di tenere un tempo con il rullante, uno con la cassa e un altro ancora con il piatto charleston, seguendo ovviamente gli intricatissimi riff della band. Con i Meshuggah ha in un certo senso ‘rivoluzionato’ il modo di suonare la batteria nel metal più tecnico, ispirando tutto il sottogenere chiamato ‘djent’ che consiste in ritmiche complesse e riff in controtempo. Haake inoltre è stato un innovatore anche per quanto riguarda l’uso della batteria elettronica (in questo articolo i migliori modelli) e della programmazione dei drumkit su software per PC e Mac. 

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