Il coronavirus può essere stato ottenuto “oltre ogni ragionevole dubbio” solo attraverso esperimenti di laboratorio. Ne sono convinti due studiosi, l’oncologo britannico Angus Dalgleish e il virologo norvegese Birger Sorensen, che hanno pubblicato la loro ricerca sulla rivista Quarterly Review of Biophysics Discovery: nel documento sostengono che la prova è in una catena di amminoacidi della proteina “spike” del Sars-CoV-2.
La prova “schiacciante” del fatto che il coronavirus è stato ottenuto in laboratorio risiede, secondo i due studiosi, in una catena di quattro amminoacidi proprio della “spike”. E’ infatti grazie alla carica positiva di questi amminoacidi che il virus si lega in modo così efficace alle cellule umane, ma secondo la ricerca in natura difficilmente è difficile trovare anche solo tre amminoacidi positivi legati insieme, poiché si respingono: averne addirittura quattro nella stessa sequenza è “decisamente improbabile”.
Dalgleish e Sorensen sostengono infine che gli scienziati cinesi avrebbero “distrutto, nascosto e contaminato in modo deliberato i dati” in modo da “impedire agli scienziati che volevano condividere le loro scoperte di farlo”, ed è per questo che durante le ispezioni non è stata trovata traccia del coronavirus nei laboratori di Wuhan.
FONTE: TGCOM