Società e Cultura

Campagna di comunicazione 2017 #HoSceltoUnibas e dei dati Almalaurea 2017


E’ #HoSceltoUnibas l’hashtag che accompagnerà la campagna di comunicazione dell’Università della Basilicata per il prossimo anno accademico, che vede come protagonisti gli studenti dell’Ateneo lucano, e due ospiti d’eccezione – la Rettrice Aurelia Sole, e il docente di Geografia economico-politica, Luigi Stanzione – “immortalati” nelle grafiche in rappresentanza della comunità accademica: i contenuti della campagna di comunicazione saranno presentati a Potenza, mercoledì 12 luglio, alle ore 9.00, nell’aula multimediale del Caos, nel Campus di Macchia Romana. La campagna (a cura di Davide De Paola, Ufficio Stampa Unibas, Mimmo Colucci, Bloop Srl, e Antonio Candela, Universosud) racconta l’Ateneo dal punto di vista degli studenti, e si basa principalmente sui dati forniti da Almalaurea negli ultimi anni: anche per il 2016, infatti, si conferma il giudizio ampiamente positivo degli studenti dell’Università della Basilicata sull’Ateneo, sui corsi e sulle strutture. Il 91% dei laureati dello scorso anno – secondo il 19/o rapporto realizzato dal Consorzio Almalaurea su 71 Atenei italiani – si è detto soddisfatto del corso di studi frequentato e del rapporto con i docenti (rispetto a una media nazionale dell’86% circa), delle aule (76,2%, a fronte di una media nazionale del 70,2%) e delle postazioni informatiche (gradimento al 78,4%, media nazionale 73,9%).

“I dati Almalaurea – ha detto la Rettrice dell’Unibas, Aurelia Sole – sono preziosi perché offrono una ‘fotografia’ annuale e concreta dei nostri laureati e del loro percorso accademico, in sintesi della loro esperienza reale. Anche per il 2017 si conferma l’ampia soddisfazione dei nostri iscritti, che dimostra l’impegno di tutto l’Ateneo, anche e soprattutto su un principio fondamentale: lo studente è sempre al centro di tutte le nostre attività ed è seguito individualmente in ogni aspetto della sua formazione. Su queste basi è stata anche strutturata la nostra prossima campagna di comunicazione, in cui i nostri studenti saranno i ‘testimonial’ esclusivi per promuovere quello che è, prima di tutto, l’Ateneo che vivono quotidianamente”. Tornando alla “fotografia” offerta da Almalaurea, il 22% dei laureati dell’Unibas proviene da fuori regione: in particolare è il 18% tra i triennali e il 21% tra i magistrali biennali. La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 1,3%: lo 0,6% tra i triennali e il 3,6% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 102 su 110, identico alla media nazionale: il 69,3% dei laureati Unibas sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo (68,1 la media nazionale), mentre il 7% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.

Anche la tipologia del diploma dei laureati Unibas nel 2016 rispecchia sostanzialmente il quadro medio degli atenei italiani: il 39,5% proviene dal liceo scientifico, il 30% dagli istituti tecnici, il 10% dal liceo classico e l’8,5% dal liceo socio-psico-pedagogico. Il voto medio di diploma è di 80,5 (81,3 la media nazionale). Per quanto riguarda la “mappa” delle famiglie dei laureati in Basilicata, la prevalenza è di genitori con diploma di scuola media superiore (48,8%, su una media nazionale di 49,8%) e di “classe del lavoro esecutivo”, ovvero la classe “operaia” (33,5% rispetto al 21,5% della media nazionale), seguita da diploma di scuola media inferiore, o “nessun titolo” (32,4% rispetto al 19,7%) e di classe media impiegatizia (28,5% vs. 32,3%). Solo il 4,2% dei genitori è laureato, contro una media nazionale dell’11,1.

Passando poi al profilo occupazionale dei laureati Unibas nel 2015, sugli “Aspetti ritenuti rilevanti nella ricerca del lavoro” nella carriera universitaria la valutazione predominante è quella dell’acquisizione “di professionalità (80,5% vs. 76,9% nazionale), seguita dalla “possibilità di carriera” (70,6% vs. 64,9% nazionale).

La grande maggioranza dei laureati triennali dell’Unibas (63% circa) sceglie poi di proseguire gli studi, quindi il tasso di occupazione per questa categoria è più basso della media nazionale (tre su dieci rispetto al 42% della media italiana). Un dato che sale al 48% se si considerano i triennali che hanno cercato lavoro. Il 43% degli occupati (sempre per i laureati triennali, a un anno dalla laurea) può contare su un lavoro a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti), mentre il 12% svolge un’attività autonoma effettiva (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, etc.).

Più in generale, la retribuzione è in media di 950 euro mensili netti. Per i laureati magistrali a ciclo unico nel 2016 si registra un valore positivo rispetto al resto d’Italia: il 35,6%, infatti, ha già un lavoro rispetto a una media nazionale del 33,8%. L’80% dei laureati in Scienze della Formazione primaria nell’Unibas è già al lavoro.

A un anno dalla laurea, sempre secondo la ricerca di Almalaurea, il 51% dei laureati magistrali biennali è occupato (sono compresi anche coloro che sono in formazione retribuita). Anche i tempi di ingresso nel mercato del lavoro sono quasi identici alle medie nazionali: il laureato Unibas 2015 impiega un mese dalla laurea all’inizio della ricerca del primo lavoro (0,9 la media nazionale), 3,6 mesi dall’inizio della ricerca al reperimento del primo lavoro (3,1 media nazionale) e 4,6 mesi dalla laurea al reperimento del primo lavoro 4,6 (4 mesi la media nazionale). “Tutti questi dati – ha aggiunto la Rettrice – dimostrano anche un secondo importante elemento: le medie sull’ingresso nel mondo del lavoro, sui livelli occupazionali e sulla professionalità sono identiche a quelle nazionali, dalle grandi strutture ai piccoli atenei, sfatando quindi il falso mito di un’Università ‘piccola’. L’Unibas offre a tutti le stesse potenzialità e le stesse opportunità di moltissimi altri Atenei, anche del Nord Italia, pur considerando il fatto che ogni classifica deve essere esaminata valutando il contesto storico e socio-economico in cui un Ateneo vive”. Gran parte dei laureati lucani, infine, trova occupazione nel settore privato (76,9%) o nel pubblico (17%): sette su dieci sono impiegati nei servizi, due nell’industria e uno nel settore agricolo.

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