Salute

Basilicata resta in zona rossa: Rt a 1,53. Il nuovo decreto Covid in vigore dal 15 marzo


Sedici Regioni hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra di queste, otto (Campania, Piemonte, FVG, Emilia-Romagna, Basilicata, Lombardia, Lazio, Veneto) hanno un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3.

Invece il valore più alto è in Basilicata con un Rt di 1,53 (la settimana scorsa era 1,16) e in Campania con 1,5. Il Friuli Venezia Giulia registra un Rt di 1.39, l’Emilia Romagna 1,34, il Piemonte 1,41, il Lazio 1,31 e la Lombardia a 1,3. Nello scorso monitoraggio le regioni con Rt sopra 1 erano 10.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia, firmerà le nuove ordinanze sui colori delle regioni che entrano in vigore lunedì 15 marzo.

Le regioni in zona rossa:

Lombardia
Dovrebbero passare alla zona rossa anche:
Provincia di Bolzano
Provincia di Trento
Basilicata
Campania
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Piemonte
Veneto
Marche

Le regioni in zona arancione:

Da lunedì dovrebbero essere arancioni:
Abruzzo
Calabria
Liguria
Molise
Puglia
Sicilia
Umbria
Toscana
Valle d’Aosta

La Sardegna dovrebbe rimanere in zona bianca.

Il decreto in vigore dal 15 marzo al 6 aprile

E’ stato anche approvato dal consiglio dei ministri un decreto che sarà in vigore dal 15 marzo al 6 aprile e introdurrà misure più restrittive e regole rigide nella determinazione dei colori assegnati a ciascuna regione.

Rt nazionale cresce a 1,6

Secondo il monitoraggio della cabina di regia Iss-ministero della Salute, l’Rt nazionale è in salita a 1,6 (era 1,06). Il rapporto conferma per la sesta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio e osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (50.256 contro i 41.833 la settimana precedente). Stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti (28,8%) e aumenta, invece, la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (37,8% vs 35,2% la settimana precedente). Il 20,2% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nel 13,2% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico. La richiesta è di intervenire: «L’elevata incidenza, l’aumento della trasmissibilità e il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri richiedono di anticipare l’innalzamento/rafforzamento delle misure di mitigazione nazionali accompagnati da puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione». Viene ribadita l’importanza di ridurre in modo drastico le interazioni fisiche e di evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Il numero di ricoverati in terapia intensiva è «in forte aumento», con il tasso di occupazione a livello nazionale tornato sopra la soglia critica (31% vs 26% della scorsa settimana).

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