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Basilicata Coast to Coast: racconto fotografico di Roberto Longoni ripercorrendo i luoghi del film


L’idea di raccontare fotograficamente la sceneggiatura mi è venuta vedendo il film in tv e praticamente subito: già a metà del primo tempo avevo deciso che sarei andato in quei luoghi a fotografare il paesaggio raccontato.

Ho condiviso subito l’idea di un viaggio ad andatura lenta che hanno scelto di fare i protagonisti: non andando a piedi utilizzando un carretto trainato da un cavallo ma fotograficamente parlando ho scelto di utilizzare una fotocamera a pellicola in medio formato che obbliga ad una inquadratura lenta e ragionata, rigorosamente su treppiede, con messa a fuoco e scatto completamente in manuale. Senza zoom, ne autofocus ne esposizione automatica.

Riferendosi a Gabriele Basilico una lentezza dello sguardo che implica un’analisi attenta e ragionata dello scatto, propria di una macchina a corpo mobile che consente il controllo totale della prospettiva e dell’inquadratura.

Una fotocamera in legno ed alluminio, con soffietto in tela  ma con pellicole moderne,( non più lastre di vetro ) che seppur di costruzione recente implica un metodo di lavoro usato dagli albori della fotografia come dai fratelli Alinari illustrando il paesaggio del Gran Tour, dai vari americani Timothy O’Sullivan nel far west americano, Margaret Burke-White dell’epoca industriale post depressione o Ansel Adams noto per le storiche fotografie dei parchi americani

Così da buon fotografo documentarista ho iniziato a informarmi sui luoghi dove sono state girate le scene scoprendo che accanto a siti noti come il Cristo Redentore di Maratea o la casa di Carlo Levi ad Aliano, Il santuario della Madonna di Viggiano o il paese abbandonato di Craco sono state utilizzate come set location difficili da scoprire, sopratutto luoghi che nella realtà non hanno la funzione raccontata nel film ed anche situati in tutt’altro comune da quello raccontato nella trama.

Grazie alla collaborazione delle istituzioni e della popolazione locale, al lavoro di ricerca in internet sui siti dedicati ai film, pazienza, senso dell’orientamento e preparazione metodica sono riuscito a compiere il percorso in 10 giorni come accaduto nel film.

Durante il mio girovagare ho avuto modo di conoscere una regione dove le tradizioni, l’attaccamento alla propria terra, il rispetto della natura , i lavori di pastorizia ed agricoltura convivono non senza problemi di gestione con la modernità delle pale eoliche e delle trivellazioni petrolifere per lo sfruttamento dell’energia.

Una regione che ha dato molto all’Italia, come raccontava Carlo Levi nel suo Cristo si è fermato ad Eboli ( tema del prossimo viaggio in fotografico in terra Lucana ), ma che in cambio ha ricevuto poco.

Una terra ancora sconosciuta dai turisti internazionali (a parte Maratea, unico comune dove ho visto scritte in Inglese e dove il parcheggio era a pagamento) e Matera nota per i sassi e le altre produzioni cinematografiche del passato, che però grazie al film di Rocco Papaleo ha visto un incremento turistico fatto di camminatori, ciclisti e motociclisti che ripercorrono a grandi linee il percorso del film, fenomeno studiato e documentato dal Centro Studi della Fondazione Mattei, creando una sorta di turismo consapevole alla scoperta dei piccoli tesori di storia recente e passata propria della Basilicata.

Dalla attuale candidatura di città della cultura ai resti della civiltà romana e greca fino al turismo religioso dei tanti santuari.

 

 

 

 

Circolo Fotografico Inverigo

Basilicata Coast to Coast – reportage fotografico:

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Mostra fotografica:

 

Foto backstage:

 

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