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Vaccinazione: somministrazioni a chi risiede per lavoro e dal 15 aprile anche in farmacia


Ogni Regione dovrà vaccinare non solo la popolazione residente ma anche chi vive in quel territorio per motivi di lavoro. E’ quanto prevede un’ordinanza firmata dal commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo. “In attuazione del piano strategico nazionale dei vaccini .- si legge – ciascuna regione o provincia autonoma proceda alla vaccinazione non solo della popolazione ivi residente ma anche di quella domiciliata nel territorio regionale per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella regione o provincia autonoma”.

Vaccino in farmacia da metà aprile in tutte le Regioni: ecco come funziona

A fare da apripista è dunque la Liguria, prima regione in Italia che, per accelerare nella campagna vaccinale, ha arruolato anche le farmacie, a partire dal 30 marzo. Sono 52, al momento, le farmacie inserite nel programma. A iniettare i vaccini AstraZeneca saranno medici o personale abilitato. Il servizio, in questa fase, è dedicato alle persone tra 70 e 79 anni.

Quella ligure è una sperimentazione d’avanguardia, nel resto d’Italia invece sarà applicato l’accordo siglato tra il ministero della Salute, le Regioni, Federfarma e Assofarm. Da metà aprile partiranno contemporaneamente quasi tutte le regioni italiane con un programma che non prevede la presenza del medico in farmacia.
Quasi certamente sarà utilizzato prevalentemente il vaccino monodose Johnson & Johnson che debutterà in Italia proprio il prossimo 16 aprile.

L’intesa prevede che i vaccini verranno somministrati da parte di farmacisti «abilitati all’esecuzione» sulla base di «specifici programmi e moduli formativi» organizzati dall’Iss ma non per tutte le categorie di persone: saranno infatti esclusi i soggetti con patologie pregresse, ovvero con «estrema vulnerabilità o con anamnesi positiva per pregressa reazione allergica grave/anafilattica».
Per ogni dose, le farmacie riceveranno come remunerazione 6 euro per «l’atto professionale del singolo inoculo vaccinale».

 

FONTE ANSA

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