Lavoro

Unità Crisi Sanitaria: audizione in Quarta Commissione, un cronoprogramma di iniziative ed azioni


Nella prima giornata di emergenza sanitaria con le prime decine di prestazioni sanitarie non più prenotabili dalle strutture della specialistica ambulatoriale e centinaia di prestazioni già prenotate annullate, l’Unità di Crisi Sanitaria è stata audita in Quarta Commissione del Consiglio Regionale. Alla presenza del presidente Zullino e dei consiglieri componenti la Commissione Sileo, Baldassarre, Polese, Vizziello,  il portavoce dell’Unità Michele Cataldi ha ripercorso la complessa vicenda provocata da due delibere di Giunta in poco più di un mese e consegnato un corposo dossier. Intanto, i numeri dell’emergenza sanitaria: 12 Comuni tra quelli più colpiti per 44.630 pazienti (al primo posto Melfi con 16mila pazienti), 435.905 prestazioni non erogabili fino al 31 dicembre prossimo, 155 dipendenti di strutture che rischiano il posto di lavoro. Un tavolo di  Crisi è la richiesta alla Presidenza della Giunta o al Dipartimento Salute che l’Unità di Crisi vuole con le rappresentanze dei dipendenti, degli utenti e delle comunità locali. Altri tipi di tavoli sarebbero inutili e dannosi, come lo sono stati fino ad oggi, e non rappresenterebbero la gravità della situazione in cui si è precipitati. L’Unità di crisi sanitaria rappresenta le strutture costrette ad interrompere l’attività, cioè quelle in crisi conclamata – ha detto Cataldi – e un confronto immediato non solo non è più rinviabile ma ha un’urgenza prioritaria dovuta alla gravità della situazione. Ogni giorno che passa decine e decine di pazienti devono rinunciare alla cura della propria salute e in tanti casi a visite-esami-prestazioni salva vita.  In questa settimana è dunque entrata nel vivo l’emergenza sanitaria provocata dalla delibera n.482/2022 della Giunta Regionale (tetti di spesa per le strutture della specialistica ambulatoriale) a cui ha dato seguito la delibera dell’Asp. I due provvedimenti mettono in crisi 41 strutture su 54 fino a fine anno; ben 16 di queste sono state subito colpite già dal 2 agosto u.s. (data di pubblicazione dei provvedimenti) e sono in crisi perché non possono più erogare prestazioni a carico del SSN. Tutto questo accade mentre sono 220 mila le prestazioni “ufficiali” (censite dalla stessa Regione) in lista d’attesa. La situazione, già fortemente problematica – ha evidenziato Cataldi – avrebbe consigliato un supplemento di lavoro per le strutture accreditate, come pure ha fatto l’ASM di Matera, non di certo un blocco inaspettato e improvviso.
E invece accade esattamente l’opposto, fino al punto che si aggiungono numeri impressionanti per il blocco delle strutture colpite dalla crisi. Una vera ecatombe. Numeri, che però non sono una semplice statistica, ma persone in carne ed ossa e riguardano prestazioni non erogate, sembrano inverosimili e invece rappresentano una realtà sconcertante. E incredibilmente saranno destinati addirittura a peggiorare man mano che altre 26 strutture esauriranno i “famigerati” tetti.
Durante l’audizione Antonia Losacco – titolare della struttura di Lavello – ha sottolineato la grande responsabilità dimostrata sin qui, anche nell’area della riabilitazione, nel non sospendere prestazioni per gli utenti fragili che non potrebbero sopportare l’interruzione delle cure.  Abbiamo dato prova – ha aggiunto – di tenere conto prioritariamente dei bisogni dell’utenza, facendo ancora una volta un grande sforzo con i costi a nostro carico.
Il presidente Zullino ha raccolto l’appello disperato dell’Unità di Crisi ed ha sostenuto che la gravità della situazione determina la necessità di investire il Consiglio Regionale perché si trovi una rapida soluzione alla crisi. Il consigliere Polese ha voluto chiedere ai colleghi di inserire come primo punto del prossimo Consiglio la soluzione immediata per un’emergenza incredibile per gravità. Proprio come sta accadendo per il caro energia con la diffusa volontà di coalizioni e partiti di introdurre una sorta di corsia preferenziale nella campagna elettorale, per il Presidente della Quarta è indispensabile “sospendere” l’attività politico-elettorale almeno per un giorno e tenere una seduta straordinaria del Consiglio con l’obiettivo di salvaguardare la salute dei cittadini e la continuità di imprese sanitarie che sono parte integrante del Sistema Sanitario Regionale. Tutti i componenti della Quarta si sono detti favorevoli a sollecitare immediatamente l’assessore Fanelli e il Presidente Bardi per la convocazione tempestiva del tavolo di crisi come già richiesto da diversi giorni dalle strutture che hanno subito il blocco delle prestazioni a carico del SSN.
Al termine Cataldi – insieme ad una delegazione delle strutture – è stato al Dipartimento Salute per chiedere di essere ricevuti, dalla segreteria dell’Assessore Fanelli una vaga indicazione per una futura convocazione. Intanto è stato annunciato un cronoprogramma di iniziative ed azioni che si aggiungono alla petizione popolare che ha già superato in pochi giorni le 1.500 adesioni, alla campagna sui social, per coinvolgere sindaci, utenti, associazioni su tutti i territori. I cittadini e gli operatori della sanità – è stato detto – meritano in questa circostanza così straordinaria un’attenzione prioritaria, se così non sarà le istituzioni regionali dovranno assumere le responsabilità per le nefaste conseguenze.

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