Politica

Tempo del creato 2022, l’intervento di Maurizio Bolognetti


Come riportato dall’Agenzia NEV, è da poche ore in rete il Dossier della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) per il Tempo del Creato 2022. Titolo: «Empatia. L’ascolto, il dubbio, la misericordia». “Il documento contiene spunti omiletici, meditazioni, liturgie, materiali ed approfondimenti. Esso è rivolto a tutte le chiese federate, ma non solo. Ogni persona e comunità interessata al periodo liturgico conosciuto come «Tempo del Creato» potrà trovare nelle pagine del Dossier spunti di riflessione e preziosi strumenti da condividere”.

Anche quest’anno il dossier contiene un contributo di Maurizio Bolognetti di cui riportiamo una parte. Chi volesse scaricare questo prezioso documento può farlo attraverso il link presente sull’Agenzia di Stampa della FCEI.

Qui https://www.nev.it/nev/2022/06/21/empatia-lascolto-il-dubbio-la-misericordia/

Occorre condividere il pane della democrazia, della libertà, dei diritti umani

Di Maurizio Bolognetti

Qualche anno fa Aurelio Peccei, parlando di progresso, scriveva: «Quello che chiamiamo progresso è diventato talmente frenetico e sconcertante, così meccanico e innaturale, così erratico e inesorabile, che noi non riusciamo più a dominarlo né a comprenderne il senso […] Un fossato sempre più grande ci separa dal mondo reale, una volta familiare, ma ormai diventato estraneo».

Quale progresso? Quale futuro? Cos’è progresso? É progresso un sistema che ci estranea e ci rende estranei, che cancella quote sempre più importati di welfare, che rende precaria la vita di centinaia di milioni di uomini e donne e in cui un ristretto numero di persone detiene buona parte delle ricchezze del pianeta? É progresso uno sviluppo che sostituisce in ogni settore l’uomo con le macchine? É progresso la voce registrata che ti risponde al telefono? É progresso l’assistente digitale che, in maniera ottusa, non comprende le tue domande?

Quale futuro per un mondo in cui, per dirla con Guido Rossi, «globalizzazione e tecnologia hanno via via trasformato il capitalismo di produzione in un capitalismo finanziario»?

Quale futuro per un mondo in cui il ceto politico è sempre più influenzato dagli investitori e dalle imprese private più potenti?

A costo di farmi definire un eretico, mi chiedo e chiedo se non sia giunto il momento di sostituire la crescita del Pil con la crescita del benessere. Il calcolo del Pil mescola costi e benefici. É un valore che confonde e, tra l’altro, non necessariamente un Pil che cresce coincide con un benessere diffuso. Non dico che dovremmo adottare il Fil (Felicità Interna Lorda), ma di certo dovremmo affiancare al Pil altri parametri.

Temo che David Stockman avesse ragione da vendere quando affermava che «la finanziarizzazione corrosiva ha trasformato l’economia in un gigantesco casinò già dagli anni Settanta».

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