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“Sud polo magnetico”: puntare sul nuovo sistema trasporti-mobilità-logistica


C’è un legame molto forte tra il sistema trasporti-mobilità-logistica e ripresa dell’economia del Sud dalla pandemia. Come c’è un legame stretto tra Recovery Fund e il progetto ‘Sud Polo Magnetico’ promosso dalla Camera di Commercio ItalAfrica e Gruppo Cestari.

A spiegarlo è il ProfRocco Giordano, uno dei massimi esperti di trasporti, mobilità e logistica e  Direttore della sede di Napoli del Centro Studi sui Sistemi di Trasporto S.p.A. “Non possiamo dare per scontato – sostiene il professore, sostenitore del  progetto ‘Sud Polo Magnetico’ – l’obiettivo più volte annunciato dal Ministro De Micheli: fare in modo che l’80% degli italiani, sia al Sud che al Nord, in meno di un’ora da dove vive possa raggiungere una grande infrastruttura della mobilità. Il riferimento diretto è ad autostrade, alta velocità, porti, aeroporti,  che devono essere  sempre più interconnessi e collegati. Solo così, specialmente nel Mezzogiorno, si combattono le diseguaglianze, si aiuta l’economia, si crea lavoro”. Un obiettivo che si ripete da troppi anni. I problemi nascono su come si progetta, quali opere hanno priorità e come si finanziano.

“La Basilicata – dice ancora il prof. Giordano – è un caso significativo perché senza rete viaria adeguata, con una sola coppia di Frecciarossa e senza aeroporto non riuscirà mai a colmare il gap infrastrutturale che pesa su ogni ipotesi di sviluppo presente e futuro”. L’esperto insiste sull’aviosuperficie di Pisticci che – sottolinea – “è strategicamente fondamentale al pari della Zes Jonica per la quale abbiamo proposte progettuali per favorire investimenti e nuove localizzazioni industriali internazionali a condizione che si costruisca un nuovo sistema della logistica”. Per il prof. Giordano “la Macroregione Mediterranea è la nuova rotta per l’ internazionalizzazione e la condivisione dei mercati, le autentiche leve sulle quali verrà sollevata l’economia del Mezzogiorno d’Italia. Il mondo negli ultimi 10 anni è cambiato e continua a cambiare con una rapidità inimmaginabile fino a pochi anni fa. I forti mutamenti registrati nella geografia degli scambi e dei flussi di traffico hanno modificato la posizione geo-politica dei Paesi. Questo determina forti mutamenti anche nelle politiche del territorio, strutture urbane, modelli di mobilità con forti impatti sulle governance nei diversi Paesi.

È certo che la ruota dello sviluppo si è invertita, sta girando in senso inverso a quello degli anni ‘60. A livello globale le mappe del futuro ordine mondiale e la geografia dei flussi sta delineando una forte ascesa dei Paesi africani e asiatici rispetto ai Paesi del blocco occidentale che paradossalmente stanno assecondando e sostenendo scelte come la «Via della seta» che non è la nostra «Via del cotone».

Fare del Mezzogiorno d’Italia l’hub naturale per l’interazione commerciale e produttiva tra l’Europa e il continente africano, non a caso, è la “mission” del progetto ‘Sud Polo Magnetico’ che prevede l’istituzione di una piattaforma di investimento regionale finanziata dal Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (FEIS) del Piano d’Investimenti per l’Europa, meglio conosciuto come Piano Juncker, a sostegno dell’economia delle Regioni del Sud. Sono risorse aggiuntive ed integrate a quelle del Ricovery Fund di cui almeno il 40% andrà al Sud. Il piano di investimenti per 100 miliardi previsto all’Europa per lo sviluppo della cooperazione tra l’Ue-Africa apre infatti un’importante occasione di crescita e sviluppo anche per le imprese e i territori europei che saranno in grado di interagire in modo efficiente con le realtà africane in crescita. Un’occasione che il sud Italia non deve perdere.

“Il progetto ‘Sud Polo Magnetico’ si candida a supportare le istituzioni e le imprese affinché il Mezzogiorno diventi l’hub europeo per i rapporti con i paesi africani – spiega Alfredo Cestari, presidente della Camera di commercio ItalAfrica – Ci sono disponibili 100 miliardi di euro e la Camera di commercio ItalAfrica grazie al suo know-how e alla presenza consolidata nel continente può semplificare le procedure e rendere immediatamente operative le le progettualità a favore dei giovani, delle donne, delle imprese. E’ importante utilizzare correttamente le zone economiche speciali che sono state istituite per creare una piattaforma che possa incontrare il grande mercato del continente africano aiutando a ridurre le disuguaglianze di questo popolo e aiutando anche le nostre imprese a creare nuovo mercato e soprattutto nuova occupazione”.

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