A fronte di una risposta sanitaria che, in particolare al sud, è ancora del tutto inadeguata nonostante il trascorrere dei mesi, Il ministro Speranza, con una faccia che ricorda un simpatico dirigente dell’Ovra, annuncia cervellotici divieti rispetto a feste che il vessato popolo di questo Paese, con questi chiari di luna, raramente tiene nelle proprie abitazioni.
Come farà il signor Ministro a stanare i cittadini che organizzeranno “feste”? Confiderà in stuoli di delatori e informatori, che magari si divertiranno a denunciare il vicino che va a letto con le galline e si vedrà sfondare la porta di casa dai Navy Seals? La lotta alla “festa” sarà un surrogato della lotta alla mafia e ai narcotrafficanti?
Già la vedo la imminente futura serie Sky intitolata: “E’ qui la festa?”
Per parte mia preannuncio che, un minuto dopo l’approvazione del DPCM “anti-festa”, organizzerò uno “Speranza party” permanente, al quale il Ministro è ufficialmente invitato.
Non so perché, ma ho la sgradevole sensazione che nell’assoluta incapacità di governare con adeguatezza questa crisi sanitaria si stia dando la stura al più classico dei faccimm ammuina, condito con robuste dosi di terrore a reti unificate. Di potenziare seriamente il Disservizio sanitario nazionale (soprattutto al Sud), invece, non se ne parla proprio.
Egregio Ministro, a mio avviso dovrebbe chiarire il concetto di “festa”. Io direi che sul tema occorra un DPCM ad hoc che elenchi casi e sotto-casi, eventuali pene corporali, sequestri delle abitazioni, possibilità di murare vivi i reprobi. Il deterrente, Ministro, il deterrente!