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Ristoranti e bar non sono tra i luoghi più pericolosi per eventuali contagi


Ristoranti e bar non sono tra i luoghi più pericolosi per eventuali contagi anche se fa più notizia il numero di controlli e di contravvenzioni elevate negli ultimi giorni in tutto il comparto rispetto all’oscuro e prezioso lavoro quotidiano di titolari e dipendenti sempre attenti ad ogni azione di sicurezza sanitaria. C’è in proposito un’indagine della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) che prende in prestito le parole dell’Istituto superiore di Sanità nel suo monitoraggio settimanale secondo cui attualmente il 77,6% dei contagi avviene in ambito domestico. Un dato riproposto dal dottor Luca Richeldi (membro del Comitato tecnico scientifico), che, recentemente, ha ribadito che i luoghi privati sono quelli dove avvengono “la stragrande maggioranza dei contagi” e quindi che non possa fare una grande differenza “ridurre di un paio d’ore l’apertura degli esercizi pubblici, quando siano ben regolamentati”.

“In questo momento, i ristoranti – sottolinea Rocky Colizzi co-titolare de La Fattoria Sotto il Cielo a Pignola – sono un luogo sicuro, anche grazie alle misure messe in campo. Mi auguro che sia il governo che le Regioni tengano conto di questo prima di tornare a prendere in considerazione misure tanto drastiche quanto inutili, che avrebbero come unico effetto la morte di un settore cruciale per l’economia italiana. E’ il caso dell’imposizione di 30 persone per evento. È impensabile che il popolo della notte torni a casa alle ore 23, la sfida per tutti è quella di incrementare i controlli sia dentro che fuori dai locali”. Qui dal menù non più cartaceo ma scaricabile sul telefonino attraverso App al distanziamento sociale ed igienizzazione di locali e tavoli, ben distanziati, nulla è lasciato al caso. E del resto se la campagna “Basilicata en plein air” che mette in sistema ciò che il nostro territorio può offrire a chi vuole recuperare la sua esigenza di ossigeno, di spazio, ma anche di socialità e sicurezza in un territorio, è riuscita un contributo importante è venuto anche da questi operatori del “mangiare all’aria aperta”. L’impegno maggiore è nel conservare l’atmosfera di convivialità, mettendo ogni preoccupazione fuori dal locale, perché altrimenti – sottolinea Rocky – non ci sarebbe più motivo di venire al ristorante.

Sulla stessa linea si esprime anche il lucano Rocco Pozzulo, presidente della Federazione Italiana Cuochi (Fic). “Non sono certo i ristoranti e le sale di ricevimento a creare l’incremento del Covid. Questi sono locali in cui ci sono controlli rigorosi su distanziamento e dispositivi di protezione. Chiediamo che si consenta ad una categoria già duramente colpita di chiudere in serenità la stagione, e soprattutto di effettuare i controlli nelle strade e nei luoghi di assembramenti”.

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