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Riaperto l’Antico Tratturo della Madonna Nera di Viggiano con l’inaugurazione di un ponte in località Alli


All’ingresso le due colonne con in pietra che rappresentano la “porta” di un’altra dimensione: un luogo magico, sacro, spirituale,  avvolto da una rigogliosa natura e rivoli di acqua. E’ l’antico tratturo della Madonna nera inaugurato insieme al ponte pedonale sul torrente Alli, nel tardo pomeriggio del 12 agosto, alla presenza di numerose autorità istituzionali – numerosi i sindaci – religiose e civili. Un sentiero,  avvolto da un’atmosfera mistica e da una cornice verde che guidava i pellegrini verso il Santuario della Madonna nera.

Un percorso che si inerpicava su uno degli alti e frastagliati versanti della grande montagna, attraversato dalle sacre orazioni dei devoti che lo percorrevano, tutti insieme, uniti dalla fede e dal desiderio di raggiungere la cima dove il Santuario attendeva il corteo con in spalla il simulacro della Madonna Nera, Regina di Viggiano e Protettrice della Basilicata. Nel 1968 fu affiancato e man mano sostituito dalla strada comunale. Oggi il valore spirituale di quell’antico tratturo è stato ripristinato con una serie di accorgimenti in grado di consentire ai visitatori un buon livello di percorribilità. Rivisitato in chiave moderna presenta, infatti, gradoni in pietra e legno, staccionate di sicurezza, palizzate che delimitano le zone percorribili separandole da quelle più pericolose, nonché collegamenti a una fitta rete sentieristica che gli conferisce un valore aggiunto notevole, quello legato al mondo escursionistico degli amanti del trekking, delle passeggiate a cavallo e della mountain bike. Una vera e propria ricchezza per il territorio circostante.

Nel corso della cerimonia, emozionato il primo cittadino,  Amedeo Cicala ha ricordato il valore del tratturo, “tanta storia immersa nel silenzio della natura”. “Non solo il tratturo antico ma ci sarà anche un percorso – ha detto il sindaco –  dedicato ai mulini. Inoltre la presenza del sito archeologico fa capire quanto sia antica l’area”. “La presenza di tutti i sindaci – ha proseguito Cicala –  vuole essere il momento per fare una candidatura a patrimonio Unesco non solo di questo sentiero ma di tutti i sentieri. Dare un’identità alla storia dei lucani, trasformare un luogo non soltanto per la sua ricaduta occupazionale ma anche per i suoi valori”. Presente all’evento anche il direttore del Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri e del Parco Archeologico, Francesco Tarlano che ha commentato “è un luogo magico, c’è il sacro, l’archeologia, la tradizione, la natura, tutto in una chiave importantissima per lavorare sulla candidatura Unesco, non solo di questo sentiero ma di tutti. Se pensiamo che i tratturi sono patrimonio materiale e immateriale”. Tarlano poi ha spiegato il significato e la presenza del cippo funebre di pactumeia come evidenza archeologica. Un cippo di età imperiale romana, dedicato ad un bambina morta all’età di 5 anni,  collocato sulla viabilità e racconta la vita di un antico personaggio che viveva sul territorio. “Un patrimonio  – ha sottolineato – che va tutelato”.

A portare i saluti dell’arcivescovo Ligorio, il vicario generale Don Vito Telesca che ha commentato lo stupore per le tante iniziative di qualità intraprese e l’alta spiritualità raggiunta di esperienze. Mentre ad intervenire sul livello tecnico della candidatura Unesco, l’architetto e consulente Unesco, Pietro Laureano, il quale si è soffermato prima brevemente sulla candidatura Unesco di Matera e dopo ha focalizzato l’attenzione sugli aspetti tecnici della titolazione per raggiungere la Carta Unesco. Per l’Unesco cosa è importante? “La rivalorizzazione e rivitalizzazione dei luoghi, rinnervare – ha riferito l’architetto  –  un territorio. Ci vogliono candidature innovative  e credo che la Basilicata parla proprio di questo”. L’evento nato in collaborazione con il Santuario della Madonna del Sacro Monte di Viggiano è stato arricchito da momenti di musica e luci grazie alla partecipazione dell’associazione Arpa Viggianese, del Gruppo Folk Lu Chicchirichì e dell’arpista viggianese Manuel Zito. Il tutto completato da stupende scenografie luminose e proiezioni artistiche su quinte naturali.

Angela Pepe

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