Ogni anno, dal 1970, il 22 aprile si celebra l’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra. Il tema di quest’anno è Restore Our Earth, ossia ripariamo e riabilitiamo il Pianeta (dai danni già provocati). Un richiamo forte affinché tutti i popoli prendano veramente coscienza della assoluta necessità di ridurre i danni ambientali. Un’occasione per riflettere sulle problematiche che affliggono il pianeta riguardanti l’aria, il suolo, l’acqua e l’ecosistema.
In Basilicata, l’assenza di un vero monitoraggio ambientale sui danni prodotti dalle estrazioni petrolifere getta ombre inquietanti sulla salvaguardia dell’ambiente. La sete di guadagno dei signori del petrolio non si concilia affatto con la sostenibilità ambientale.
Solo per fare un esempio: gli incidenti registrati negli ultimi mesi presso il Centro Oli Val d’Agri (COVA) e il mega-sversamento di greggio hanno causato un disastro ambientale senza precedenti. Anche da Tempa Rossa, il secondo centro olio regionale, non arrivano notizie confortanti: fiammate, odori nauseabondi e aria irrespirabile, un’emergenza che non termina mai.
È un malato grave, il nostro pianeta, ed ora è arrivato il momento di scegliere da che parte stare: occorre un impegno concreto da parte di tutti, cittadini e istituzioni, per cambiare radicalmente e non andare alla deriva. Porre attenzione ai comportamenti sia individuali che collettivi per salvaguardare il territorio in cui viviamo, è un obbligo morale non solo verso di noi ma, soprattutto, nei confronti delle generazioni future.
Mi piace citare un famoso proverbio indiano che dice “Solo quando l’ultimo albero sarà abbattuto e l’ultimo fiume avvelenato e l’ultimo pesce pescato ci renderemo conto che non possiamo mangiare il denaro”.
Gianni Leggieri
Consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle Basilicata