In merito all’articolo apparso sulla gazzetta del mezzogiorno in data 26/08/19 titolato “ UN RAVE NEL SANTUARIO DELLA NATURA “ le associazioni Mediterraneo no Triv, Cova Contro, Isde medici per l’Ambiente, Mamme libere di Policoro e Ge.CO, replicano quanto segue:
l’articolo chiama in causa le nostre associazioni, con commento virgolettato di cui non è nota l’origine, strana già di per se la modalità di informazione, quando si chiede cosa ne pensano le associazioni che hanno sollevato grandi criticità sull’evento Jova Beach avvenuto in data 13 Agosto c.m. A Policoro. Chi pone la domanda dovrebbe essere a conoscenza della diversità sostanziale dei due eventi, il paragone fra il Rave Party in località Murgia di Sant’Oronzo in pieno Parco dell’appennino, e l’evento Jova Beach , non calza . L’evento Jova Beach era ben conosciuto da mesi, ed aggiungiamo organizzato ed autorizzato in dispregio di leggi non solo regionali e locali, ma anche comunitarie, proprio dalle istituzioni che dovrebbero far applicare le leggi stesse, mentre il Rave ha la caratteristica di essere clandestino e palesemente privo di autorizzazioni e pertanto nessuno fra associazioni e istituzioni possono prevederne il verificarsi, domanda vana dunque e tesa a togliere sassolini che rimangono nelle scarpe. L’assenza di autorizzazioni palesa anzi un motivo in più, a che le forze dell’ordine avrebbero dovuto intervenire e fermare già alle prime segnalazioni giunte dai cittadini e da membri dell’associazione “ I custodi del capovaccaio” . Segnalazioni effettuate nella mattinata di sabato 24 Agosto, che nulla hanno prodotto se non un mero intervento atto a monitorare. Anche in questa circostanza le associazioni mittenti del presente, si sono attivate quando avvisate , affiancando l’associazione “ I custodi del capovaccaio”, anche con sopralluogo e video a cura di Jonica TV avvenuto poi nella giornata di Domenica 25 Agosto. Inesatto nei tempi tutto l’articolo, il Rave ha continuato a svolgersi secondo i tempi prestabiliti ed ha avuto termine nella mattinata di Lunedì, come si evince da un commento lasciato da un membro dell’associazione “ i guardiani del capovaccaio” che commenta il post social dell’assessore regionale all’ambiente Gianni Rosa ed afferma: “ I carabinieri non hanno interrotto un bel niente. Il rave è cominciato venerdì e terminato lunedì mattina senza subire alcun disturbo o interruzione che non fosse quella fisiologica della fine prefissata. Di quanto dico ci sono prove video in abbondanza. Non sta bene dire bugie, anche se si è carabinieri.” in polemica con l’assessore che annunciava nella serata del 27 Agosto c.m. ,l’intervento delle forze dell’ordine.
L’assessore Rosa, già nella mattina di domenica 25 postava sul suo profilo la segnalazione fatta ai carabinieri inerenti l’occupazione di zona Sic, non senza polemiche. Alla luce di quanto sopra , l’articolo porge una informazione incorretta, dalla quale pare che tutto si sia svolto e terminato già nella giornata di sabato. Meglio sarebbe fornire informazioni giornalistiche accertandosi preventivamente di quanto accaduto in modo equidistante. Noi ci chiediamo come sia stato possibile non dare seguito nell’immediato ad un intervento risolutivo già nelle prime ore dalla segnalazione. Ci chiediamo cosa significhi area “ protetta”, a quale tipo di protezione si ambisca, se in santuari naturali che la nostra terra ha la fortuna di ospitare, tali aree vengano consapevolmente o inconsapevolmente, abbandonate alla cura delle uniche associazioni, che formalmente, a quanto pare, nulla possano. Ci chiediamo come mai in altri luoghi protetti, meta di Rave Party, il sindaco degli stessi, su segnalazione abbia emesso immediata ordinanza di sgombero, rapidamente eseguita dai carabinieri, che non ha prodotto incidenti di sorta. Vorremmo risposte in tal senso, da chi omissivamente ha atteso che lo scempio si compisse secondo i tempi naturali stabiliti. Ci chiediamo anche quali disposizioni siano state date per andare a verificare lo stato del luogo, abbandonato lunedì mattina, riguardo non solo alla gestione dei rifiuti quanto al pericolo di rischio sanitario, vista la mancanza di bagni chimici, assenza di fognature e abitudine dei partecipanti dell’evento a far uso di sostanze stupefacenti. Siamo sempre più sgomenti dinnanzi alla totale mancanza di attenzione ai temi sensibili da parte delle istituzioni e la totale solitudine in cui versano i cittadini , chiamati a supplire i vuoti e le mancanze delle istituzioni e degli organi preposti. Ci spiace dover considerare che in Basilicata le criticità non sono solo riferite al territorio, ma anche ai vuoti di legalità.