Assegnato al volume Breviario d’autunno di Mario Aldo Toscano, casa editrice Asterios, il Premio speciale per il cinquantenario del Premio Basilicata.
E’ un volume elegante e curato in ogni particolare dove i protagonisti delle storie, caratterizzati con sapienza, si muovono sicuri negli spazi fisici anch’essi ben delineati nei particolari e nelle sfumature con un lessico vario e un incedere dolce che incanta il lettore.
Con una sequenza di ‘quadri’ relativi ad esperienze caratterizzanti della sua vita, l’autore ha costruito una originale biografia in cui fa emergere il suo modo di essere nel mondo e il modo in cui il mondo ha determinato la sua esitenza tra quelle possibili.
E’ una storia culturale e professionale affascinante che affonda le sue radici nella sua infanzia felice trascorsa tra Villa d’Agri e Abriola, un paesino immerso nel verde dell’Appennino, in provincia di Potenza. Qui, agli inizi del secondo dopoguerra, tutti conoscevano quel bambino intelligente e curioso, figlio del medico, che frequentava la scuola elementare, la parrocchia, le botteghe degli artigiani e cercava di soddisfare le sue curiosità.
Un mondo semplice, genuino, senza manipolazioni fatto di persone straordinarie ed ammirevoli per il senso di responsabilità, la dedizione al lavoro e il rispetto per gli esseri viventi e l’ambiente.
Valori impersonati anche dal padre, persona generosa e straordinario professionista, che, come ricorda nei suoi libri, raggiungeva, a piedi o a dorso di mulo, i pazienti in difficoltà nelle campagne a tutte le ore e dalla mamma che si prendeva cura a tempo pieno della famiglia.
Ad Abriola immersa nei boschi impara anche ad amare gli animali e la natura a cui, anche nel Breviario, dedica splendide pagine.
Terminata la scuola elementare si trasferisce in città e, dopo un brillante percorso di studi, esperienze culturali ed anni di ricerche in Italia ed all’estero viene chiamato a dirigere il Dipartimento di Scienze Sociali presso l’Università di Pisa.
Persona leale e aperta al dialogo, ricercatore rigoroso con un’onestà intellettuale che non ammette scorciatoie e ipocrisie, promuove molte di iniziative editoriali dirette a rendere pubbliche le ricerche di allievi e collaboratori.
Egli stesso pubblica una lunga serie di saggi scientifici, tra cui un’Introduzione alla sociologia giunta alla 13a edizione, non senza riconoscimenti prestigiosi.
Nel Breviario d’autunno indaga minutamente i moti della sua vita interiore ed affiora l’immagine di una persona a disagio tra le sofisticazioni del presente, suggestionata dai ricordi della sua infanzia che, ‘come chiodi nella carne’, la legano alla sua terra. Come intellettuale lo indigna, in modo particolare, il proliferare di pubblicazioni realizzate per fare cassa, incoraggiate da un successo temporaneo dovuto più che altro alla pubblicità ed alla compiacenza dei media.
Le sue difficolta si accentuano quando, in pieno vigore intellettuale, deve lasciare la cattedra all’Università per raggiunti limiti di età. In breve cessano le relazioni istituzionali, si affievoliscono quelle col mondo intellettuale e subentra un senso di solitudine e di svogliatezza.
Ma lui non è un battello destinato all’ancora e presto il suo spessore culturale richiama l’attenzione di scrittori dilettanti che gli chiedono suggerimenti per le loro opere.
Inoltre, i ricordi dei luoghi d’origine lo stimolano a dare impulso alla sua passione di scrittore avviata in parallelo all’attività accademica ed a raccontare della sua terra.
L’impegno viene gratificato con il premio Basilicata per l’opera In quell’epoca, meridione nel 2012 e il premio Carlo Levi con l’opera Lettere dal Sud. Ricordare per esserci nel 2017.
Il Premio per il cinquantenario, espressione di un’alta considerazione da parte di un’istituzione culturale prestigiosa come il Premio Basilicata, è un’ulteriore spinta verso il ‘mare aperto’ dove vivere il suo autunno con lo spirito di una primavera.
D’altra parte non potrebbe deludere la fiducia e la stima di editori e lettori che gli chiedono di continuare a raccontare la realtà, come solo lui sa fare, ed aiutare gli aspiranti scrittori sempre più numerosi.
Intanto gli giungono felicitazioni di estimatori e rappresentanti delle istituzioni ad ogni livello, speriamo che questa volta non manchino quelle di Abriola e Villa d’Agri che ha fatto conoscere in tutto il mondo attraverso le sue opere.
Rocco Fellone