Lavoro

Petrolio: Vaccaro, le compagnie anticipino risorse a fondo sovrano


Le compagnie petrolifere devono partecipare e contribuire allo sviluppo della nostra regione. Non è un “ricatto”. E’ un richiamo alla responsabilità perchè nessuno, tanto più chi produce ricchezza estraendo idrocarburi dal nostro territorio, può pensare di fuggire quando le risorse energetiche saranno prosciugate. Se qualcuno ha in mente l’idea di una Basilicata come “un limone da spremere e buttare via” lo cancelli dalla testa.
Siamo di fronte ad una storica fase di svolta rispetto al passato per preparare la transizione energetica finalizzata al superamento delle risorse fossili e, con le rinnovabili, all’avvio del modello di sviluppo eco-sostenibile.

Partendo dalla Total, impegnata in un’ estenuante trattativa fatta di tavoli in Regione che hanno bisogno di una conclusione in tempi ravvicinati innanzitutto per rasserenare i lavoratori di Tempa Rossa e le comunità locali, per arrivare all’Eni quando si avvierà il confronto sul rinnovo delle concessioni, il tema è uno solo: rendere disponibili risorse finanziarie adeguate a realizzare attività produttive e di lavoro. Nessuno si illuda di lasciare sui nostri territori “cattedrali nel deserto” e situazioni di inquinamento.
C’è una strada che abbiamo indicato da tempo che è quella dell’istituzione del Fondo Sovrano alimentato dalle royalties. Per accelerare questo progetto, pensiamo che le compagnie petrolifere, in attesa di decidere se parteciparvi direttamente, debbano procedere ad anticipazioni. Una sorta di “prestito” o se vogliamo di “garanzia” per quando andranno via. Solo così sarà possibile rendere operativo il Fondo, lo strumento che può assicurare il futuro delle nostre comunità avviando a soluzioni le emergenze sociali, su tutte la povertà, il reinserimento dei lavoratori troppi vecchi per essere richiamati a lavoro e troppo giovani per essere collocati in pensione, il blocco della fuga dei giovani.

Per raggiungere questi obiettivi diventa indispensabile che Regione, sindaci, partiti-movimenti politici, imprese, sindacati parlino una sola lingua abbandonando strategie individuali di corto respiro. Lo dobbiamo innanzitutto alle giovani generazioni che non ci perdoneranno mai di sprecare questa grande opportunità e di tutelare i territori.
Il popolo lucano si è espresso con nettezza: non si può andare oltre i 154 mila barili di greggio. Sta a noi tutti raccogliere l’aspettativa diffusa di fare quanto non è accaduto in più di 25 anni e garantire un futuro per il dopo petrolio.

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