“In linea con quanto già tracciato dall’assessore all’ambiente Latronico e dalla direzione delle politiche agricole intendo concentrare l’attenzione sulle aree protette naturali della Basilicata, per fare il punto sulle diverse problematiche che affrontano, in specie per quanto riguarda le criticità degli enti di gestione.
Rispondo alla sollecitazione a mezzo stampa del Presidente della Comunità del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Antonio Rubino, in merito alle problematiche che afferiscono alla gestione di tutte le aree naturali della nostra regione.
Problemi evidentemente principalmente legati alla governance, e poi all’annosa questione della gestione degli ungulati, rispetto alla quale evidentemente non bastano solo gli indennizzi per i danni, previsti in bilancio.
Non intendo sottrarmi al dialogo produttivo sulle criticità che riguardano la nostra più grande risorsa naturale, la cui gestione seppur non in capo esclusivamente alla regione ma al ministero, deve trovare immediatamente una piena efficacia.
In questo senso rispondo al Presidente della comunità del Parco, Rubino, invitandolo ad un Tavolo che faremo a brevissimo insieme agli altri rappresentanti dei Parchi regionali e nazionali della Basilicata, che mi auguro recepiranno la mia volontà di collaborare insieme per massimizzare gli sforzi e arrivare ad una risoluzione dei problemi più urgenti”.
Così in una nota l’assessore alle Politiche agricole della Regione Basilicata, Alessandro Galella.
Il Deputato del M5S Arnaldo Lomuti ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia, Pichetto Fratin, evidenziando le responsabilità del suo dicastero sulle criticità del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D!Agri Lagonegrese. Questo importante ente, risulta essere commissariato dal 2018 (ormai oltre 5 anni) e vede vacante il ruolo di Direttore, mansione che attualmente viene svolta da facenti funzione temporanei.
Ad oggi, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, non ha ancora provveduto a nominare il nuovo Direttore del Parco Nazionale.
Tale situazione crea lentezze, inefficienze e incertezze nella gestione dell’Ente,
determinando, di conseguenza, serie difficoltà all’esercizio delle sue importanti funzioni.
Parliamo di un Parco Nazionale di 68.996 ettari che si estende lungo l’Appennino Lucano e che comprende ben 29 comuni della Basilicata e 9 comunità montane, arrivando a lambire la costa di Maratea, un vasto territorio con un’incredibile varietà di paesaggi naturali.
Un parco che ha ottenuto il riconoscimento della Carta europea per il turismo sostenibile, essendo di elevato interesse naturalistico, storico, culturale e paesaggistico e con un ristretto grado di antropizzazione.
Un’area protetta, con una rilevante funzione strategica in termini di sviluppo sostenibile e di protezione ambientale in un territorio coinvolto da forti contraddizioni provocate dalla presenza delle attività di estrazione petrolifera.
Proprio perchè possiede tutte le potenzialità atte a promuovere uno sviluppo concreto e tangibile, l’Ente Parco deve essere messo, quanto prima, nelle condizioni di divenire uno strumento efficace di gestione del territorio. Tutti questi motivi sono a fondamento dell’interrogazione parlamentare depositata dal deputato M5S, Arnaldo Lomuti, chiedendo, altresì, una maggiore solerzia da parte del Ministero dell’ambiente.
La Basilicata non può continuare ad aspettare.