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Montemurro: Stop Costa Molina 2, il Tar non decide


Tutto rinviato al 20 dicembre. Non ha deciso nulla, nell’udienza di ieri, il Tribunale amministrativo della Basilicata sul ricorso presentato dall’Eni contro la Regione in merito all’annullamento della deliberazione della giunta lucana del 6 ottobre, con la quale aveva disposto la sospensione per 90 giorni dell’attività di reiniezione delle acque di strato nel pozzo Costa Molina 2, nel giacimento petrolifero della Val d’Agri, né per l’annullamento della nota dell’Arpab del 5 ottobre relativa ai campionamenti sulle acque di reiniezione e agli altri atti connessi. Per Eni non arriva l’eventuale sospensiva, quindi, ma secondo indiscrezioni, potrebbero arrivare nel frattempo ulteriori decisioni dal tavolo tecnico.

Secondo fonti regionali, «lo slittamento della Camera di consiglio al 20 dicembre sia stata dettata dal fatto che nel frattempo potrebbe venire meno il motivo del contendere tra Eni e Arpab». E così il Tar avrebbe fatto slittare la sua decisione a poco più di 15 giorni dalla scadenza naturale (90 giorni) della sospensione. Questo vuol dire che intanto, si potrebbe arrivare arrivare anche a una revoca? Un punto sul quale la Gazzetta ha sentito il Direttore generale dell’Arpab, Edmondo Iannicelli. «Siamo l’autorità indipendente di controllo ambientale – ha detto -. Effettuiamo i controlli e diamo i risultati alle autorità competenti che decidono. Un po’ come il laboratorio che dà le analisi al medico di famiglia, ma è a lui che alla fine spetta la decisione finale ». Quanto al metodo, Iannicelli sottolinea che «è in atto una discussione tra esperti di laboratorio sulle metodiche.

Sono, infatti, in corso incontri per l’allineamento delle metodiche di Eni e Arpab per poi stabilire percorsi e modalità». Nel ricorso al Tar, vale la pena ricordare che la compagnia petrolifera ha contestato, tra l’altro, l’«erroneità e contraddittorietà delle valutazioni di Arpab». «Contrastano con il Protocollo analitico e la Metodologia analitica » e «si basano su attività di campionamento di Arpab che non hanno rispettato completamente gli adempimenti formali richiesti dalla legge al fine di garantire l’attendibilità delle operazioni». Irregolarità «di tale gravità da non giustificare assolutamente il provvedimento di chiusura» di Costa Molina 2. E il pozzo resta chiuso. «Non dipende da noi lo stop o il riavvio – spiega l’Arpab – la Regione ha ritenuto che i risultati delle nostre analisi meritassero quel provvedimento. Tutto dipende dalla valutazione che si dà alle analisi».

FONTE: LUIGIA IERACE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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