Società e Cultura

L’UNITRE di Marsico Nuovo ha inaugurato il nuovo anno accademico con la presentazione del romanzo “I Cavalli di Murer”


In occasione del nuovo anno accademico 2017/2018, l’Università della Terza Età di Marsico Nuovo ha presentato il romanzo “I Cavalli di Murer” scritto da Gianpiero F. Adornato.
L’incontro si è svolto presso la Sala Conferenze del Comune di Marsico Nuovo ed è stato introdotto dal Presidente dell’UNITRE, il Dott. Pasquale Casaletto, il quale ha comunicato le attività che si svolgeranno durante l’anno. Tra le varie iniziative ci saranno le visite guidate, un corso d’inglese base e un corso d’informatica con l’aiuto del Tesoriere dell’Università Antonello Pasquariello, oltre alle altre attività che si sono svolte negli altri anni. La parola, poi, è passata al Sindaco di Marsico Nuovo Gelsomina Sassano che ha augurato a tutti gli iscritti un buon anno accademico, laborioso e intenso, ricordando che lo stare insieme è importante in una piccola comunità come la nostra soprattutto con occasioni che stimolano la cultura, per questo l’Amministrazione sarà vicino all’Associazione.
Il dibattito è stato moderato dal Dottor. Donnoli, Direttore dei Corsi UNITRE, ma ad introdurre il pubblico nell’atmosfera del romanzo sono state le parole della Dottoressa Anita Caroselli, che insieme alle letture di Rossella Coriglione, tratte dai brani della pubblicazione, hanno fatto emergere tutte le sensazioni che si provano entrando in questo libro. Tutto il romanzo è ambientato in Basilicata e la vicenda è solo in parte vera infatti il personaggio principale ha fornito all’autore l’espediente per affrontare una malattia come la demenza (di qualsiasi natura) e offrirla al lettore con la tenerezza e la comprensione che merita.
Nella narrazione, il tema dell’amicizia s’intreccia a quello della malattia, e questi ancora si mescolano alle problematiche dell’incuranza e del disinteresse collettivo e ne viene fuori un complicato quadro sociale che ha come protagonista l’esperienza di vita dello stesso autore. La vena ironica che pervade la storia ha il fine di alleggerire il pathos che in alcuni punti della narrazione raggiunge l’apice e di far riflettere sulle fragilità umane; in fondo, dietro uno stato patologico, spesso incompreso e deriso, si cela un mondo tutto da scoprire e, perché no, da amare. Ed è proprio in queste ultime parole che si racchiude l‘intento del libro, così come specifica l’autore a fine presentazione: “ Ho scritto questo romanzo per avviare le persone normali a quelle affette da questa malattia, basta poco, non deriderle e non emarginarle ”.

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