Politica

Legge Prima Casa, resoconto Conferenza Stampa consigliere Vizziello


“La necessità di esplicitare al meglio il contenuto della legge regionale sulla prima casa alla luce della recente approvazione del regolamento attuativo della stessa legge e dei nuovi indirizzi di politica monetaria stabiliti dalla Bce e che avranno un notevole impatto sui mutui finalizzati all’acquisto dell’abitazione” Questo l’obiettivo della conferenza stampa, indetta dal consigliere regionale della Lega, Giovanni Vizziello, primo firmatario della legge n.31 del 17 settembre 2020, “Misure di sostegno per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa di proprietà”,  che si è tenuta oggi nel Palazzo del Consiglio regionale della Basilicata, presenti l’Assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Donatella Merra, il Vice Presidente del Consiglio regionale di Basilicata Francesco Piro, il Presidente della IV Commissione Consiliare Politica Sociale Massimo Zullino, il Presidente del Gruppo Consiliare Idea-Italia al Centro Vincenzo Baldassarre e il direttore di Sviluppo Basilicata Marco Ponzio.

“La legge – ha detto Vizziello – ha come finalità quella di ridurre il disagio abitativo di molte giovani coppie e famiglie lucane, garantendo, al contempo, migliori prospettive di crescita del settore delle costruzioni, un comparto che più di altri gli effetti della crisi e che rappresenta una parte rilevante del tessuto produttivo lucano. Le agevolazioni che la Regione concede sono di due tipi: un contributo finalizzato all’abbattimento del tasso di interesse dei mutui contratti per l’acquisto e la ristrutturazione di unità immobiliari site sul territorio regionale, contributo che grazie all’emendamento presentato in occasione dell’approvazione del Collegato alla Legge di Stabilità 2021, può essere concesso nella misura  dell’80 per cento, per un finanziamento massimo di 150.000 euro (qualunque sia il maggiore importo del corrispondente mutuo) e per una durata massima di dieci anni (qualunque sia la maggiore durata del corrispondente mutuo); la concessione di garanzie sui mutui ipotecari connessi all’acquisto e alla ristrutturazione di unità immobiliari da adibire ad abitazione principale del mutuatario nella misura dell’80 per cento della quota capitale e peri mutui ipotecari di ammontare non superiore a 200.000 euro, (chiaramente la garanzia permane per l’intera durata del mutuo).

L’altra modifica che è stata apportata – ha continuato – sempre in occasione dell’approvazione del Collegato alla Legge di Stabilità 2021, è stata quella di innalzare l’età massima dei beneficiari delle agevolazioni, cioè le giovani coppie, prevedendo che possano usufruire di dette agevolazioni i nuclei familiari costituiti da coniugi o conviventi more uxorio in cui uno dei componenti non abbia superato i quarant’anni alla data di presentazione della domanda di finanziamento. Dette modifiche sono funzionali anche all’armonizzazione della nostra legge regionale con quella di derivazione statale, dal momento che il Governo Draghi con il decreto Sostegni bis (Decreto Legge 25 maggio 2021 n.73) prevede misure di sostegno in favore dei giovani per l’acquisto della prima casa di proprietà mediante mutui agevolati che sono finanziati attraverso il Fondo di Garanzia prima casa previsto dalla legge 147 del 2013. La legge del Governo Draghi prevede infatti che i giovani under 36 (in particolare che non hanno compiuto 36 anni nell’anno in cui stipulano l’atto) e con Isee inferiore a 40 mila euro possono ottenere la garanzia fino all’80 per cento della quota capitale e l’esenzione dalle imposte per l’acquisto della prima casa (registro, ipotecaria e catastale). La legge regionale invece oltre alla garanzia, prevede anche l’abbattimento degli interessi relativi al mutuo contratto per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa di proprietà, oltre ad elevare a 40 anni l’età dei potenziali beneficiari e a fissare l’ISEE, con riferimento al nucleo familiare, tra un massimo di 29.000 euro e un minimo che è quello stabilito per accedere all’edilizia sovvenzionata (quindi l’ISEE non deve essere superiore a 29.000 euro e non deve essere inferiore a euro 14.909. Caratteristiche che  rendono la legge sulla prima casa della Basilicata uno strumento realmente in grado di rimuovere gli ostacoli di carattere economico e sociale che si presentano nelle diverse fasi della vita familiare, con particolare riguardo a quelli di carattere abitativo ed economico”.

“Grazie al lavoro svolto dagli uffici del Dipartimento Infrastrutture e Mobilità in collaborazione con quelli di Sviluppo Basilicata, – ha detto l’assessore Merra – è stato predisposto anche il regolamento attuativo della stessa legge. Diventa realtà, quindi, la speranza dei giovani lucani sotto i 40 anni di acquistare la prima casa di proprietà attraverso mutui agevolati, grazie allo stanziamento nella legge di bilancio regionale di 6 milioni di euro nel triennio 2022-2024. Una misura di sostegno molto attesa che può contribuire a ridurre il disagio abitativo di molte giovani coppie e famiglie lucane, garantendo, al contempo, migliori prospettive di crescita del settore delle costruzioni, un comparto che più di altri gli effetti della crisi e che rappresenta una parte rilevante del tessuto produttivo lucano”.

“La Banca centrale europea – ha ricordato il vice presidente Piro – ha posto fine all’epoca dei tassi d’interesse negativi, agli acquisti di titoli di stato ed ha innalzato i tassi di interesse di 25 punti base, prevedendo la possibilità di ulteriori rialzi di 50 punti base a settembre dell’anno in corso per raggiungere l’obiettivo di contenere l’inflazione entro il 2 per cento. Finisce quindi l’era dei mutui a costo quasi zero e le banche scaricheranno sui cittadini che chiedono in prestito denaro i maggiori costi decisi da Francoforte. L’aggravamento riguarderà soprattutto i mutui a tasso variabile e secondo il Codacons, ad esempio, un mutuo a tasso variabile di 200.000 euro per 30 anni comporterà un aumento della rata mensile di oltre 40 euro, con un aggravio complessivo quantificabile in oltre 15.000 euro. La legge regionale sulla prima casa concede un contributo rilevante per l’abbattimento degli interessi sui mutui finalizzati all’acquisto della casa di proprietà, favorendo così l’accesso all’abitazione soprattutto delle giovani coppie, delle famiglie con almeno tre figli, delle gestanti sole e dei genitori soli con uno o più figli a carico, garantendo, al contempo, una ripresa strutturale del mercato immobiliare e del settore delle costruzioni”.

Il vice Presidente del Consiglio Baldassarre nell’evidenziare l’ottimo lavoro svolto dal collega Vizziello e dalla struttura che lo accompagna, ha precisato che “la Basilicata e la Calabria sono le regioni d’Italia che fanno registrare la più bassa percentuale di compravendite immobiliari effettuate da persone fisiche sorrette da mutuo ipotecario, il che, salvo che qualcuno voglia sostenere che i lucani e i calabresi possono permettersi (a differenza dei lombardi, dei veneti o dei friulani) di comprarsi la casa senza mutuo significa che il mercato immobiliare ha bisogno di stimoli in grado di rendere più facile l’accesso al credito delle famiglie lucane, allentando la stretta creditizia da parte delle banche che non riguarda solo le imprese ma anche le famiglie.”.

“Una policy di welfare abitativo – ha detto Zullino – ha come scopo quello di far rivivere quelle politiche di sostegno all’acquisto dell’abitazione principale poste in essere in Italia negli anni cinquanta e sessanta e che hanno avuto il merito di favorire i coniugi nel perseguimento delle scelte procreative, di rendere la famiglia il luogo per eccellenza nel quale potesse esplicarsi la personalità dei suoi componenti, contribuendo al contempo a favorire dinamiche economiche espansive derivanti dalla crescita del comparto delle costruzioni e del suo indotto. In una regione come la nostra dove l’incidenza della povertà relativa supera il 20 per cento, cioè più del 20 per cento delle famiglie lucane composte da due persone può contare su meno di 1048 euro mensili per consumi e tenendo conto che l’Istat stesso afferma che la povertà è sensibilmente più diffusa tra le persone che vivono in affitto, le istituzioni non possono rimandare l’adozione di efficaci politiche di sostegno alla famiglia sotto l’aspetto del miglioramento delle condizioni economiche delle stesse, muovendo, in particolare, dalla rimozione dei fattori di disagio abitativo”.

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