EditorialePrimo PianoSocietà e Cultura

Il protagonismo all’ombra del Sovranismo locale e del campanilismo


Sovranismo, Nazionalismo, Campanilismo, Municipalismo: La declinazione o il declino di una società amorale ed affetta da miopia geopolitica. Credo siano atteggiamenti affioranti in una società che si rivela incapace di immaginare il futuro.

Vi sono dinamiche industriali nella Basilicata che vengono considerate locali ed esclusivamente locali. Una declinazione amorale, appunto.  Benché vi siano critiche puntuali e penetranti alle conclusioni delle indagini sociologiche di E.C. Banflied, quando osservò e dichiarò la  società Lucana capace di saper perseguire solo l’interesse della propria famiglia nucleare, e mai quello della comunità che richiede cooperazione tra non consanguinei. A distanza di oltre sessant’anni però, capita di dover ripensare, con atteggiamenti riveduti ed aggiornati, a quelle indagini del politologo Americano. Capita, quando ascoltiamo commenti che additano come truffatori chiunque dichiari di agire nell’interesse pubblico. Riportiamo sotto l’elenco delle implicazioni dell’amoral familism, secondo le conclusioni tratte da E.C. Banfield:

  • nessuno perseguirà l’interesse comune, salvo quando ne trarrà un vantaggio proprio;
  • chiunque, persona o istituzione, affermerà di agire nell’interesse pubblico sarà ritenuto un truffatore;
  • solo i pubblici ufficiali si occuperanno degli affari pubblici, perché pagati per farlo, i cittadini non se ne occuperanno e se lo facessero verrebbero mal visti;
  • i pubblici ufficiali saranno poco controllati, perché farlo è affare di altri pubblici ufficiali soltanto;
  • i pubblici ufficiali non si identificheranno con gli scopi dell’organizzazione che servono, e i professionisti mostreranno una carenza di vocazione o senso della missione; entrambi useranno le proprie posizioni e le loro particolari competenze come strumenti da usare contro il prossimo per perseguire il proprio vantaggio personale;
  • il pubblico ufficiale tenderà a farsi corrompere, e se anche non lo farà sarà comunque ritenuto corrotto;
  • non ci sarà alcun collegamento tra i principi astratti, politici o ideologici, e il concreto comportamento quotidiano;
  • la legge sarà trasgredita ogni qual volta sembrerà possibile evitarne le conseguenze;
  • il debole vedrà con favore un regime autoritario che mantenga l’ordine con mano ferma;
  • sarà difficile creare e mantenere una qualsiasi organizzazione, perché ciò richiede una certa dose di disinteresse personale e identificazione e lealtà verso l’interesse dell’organizzazione;
  • non vi saranno né leader né seguaci, poiché nessuno sarà interessato a sostenere l’impresa, tranne se motivato da interesse personale;
  • il voto verrà usato per assicurarsi vantaggi materiali di breve termine, più precisamente per ripagare vantaggi già ottenuti, non quelli semplicemente promessi;
  • oppure il voto verrà usato per punire coloro da cui ci si sente danneggiati nei propri interessi, anche se quelli hanno agito per favorire l’interesse pubblico;
  • gli iscritti ai partiti tenderanno a rivendersi a partiti più favoriti, determinando l’instabilità della forze politiche.

Quando pensiamo che un grande cantiere debba produrre posti di lavoro solo per i nativi infraconfini comunali, quando riteniamo che  le ricadute indotte debbano restare materia di campanile, quando le trattative per ottenimento di diritti  o percentuali spettanti vengono svolte incuranti delle esternalità extraconfini. Quando la sintesi di tutte le storture sovraniste è: egoismo, mascherato da machismo politico, dimostriamo di essere evoluti dalle pagine dei calendari ma non dall’atavica arretratezza che ci ha contraddistinti e cerchiamo di scrollarci di dosso con fatica.

La Fiat di Melfi è prima di tutto un’industria Italiana e, declinando la geografia economica, è meridionale, Lucana e poi industria all’ombra del Castello di Federico II. La Ferrero potrebbe mai essere industria di Balvano se non prima una delle migliori ed eccellenti realtà imprenditoriali d’Italia?

Matera è Lucana ed ha rappresentato la cultura Europea facendo conoscere la Basilicata a tutto il mondo; diversa cosa sono le dinamiche interne che hanno sprecato occasioni con le mancate infrastrutture di collegamento che avrebbero massimizzato ulteriormente le ricadute di Matera 2019.

Ora, però, applichiamo questa considerazione alle industrie che dànno ricadute positive ma che impattano sull’ambiente circostante, lasciando ormaie ambientali anche di una certa preoccupazione. Un esempio, mi scuserete per la banalità, è lo sfruttamento minerario da parte di Eni e Total. Immaginiamo che Comune per Comune ognuno applicasse con scriteriato atteggiamento l’amoral familism di cui si diceva sopra; sarebbe una cosa impensabile. Un Comune che, forte del suo sentirsi autorità competente per territorio, agisca senza tenere conto che l’impatto con le trasformazioni paesaggistiche, consuetudinarie, ambientali e sociali va ben oltre i confini geografici locali,  sarebbe inimmaginabile in una società evoluta e capace di saper governare i territori costruendo reti di sinergie con i territori viciniori.

Purtuttavia, la smania di mostrare muscoli più tonici e forti degli avversari politici, fa cadere nella trappola del protagonismo esponendosi sui social media come paladini per la tutela dell’ambiente, incuranti del fatto che vi sono confini che sviluppandosi sullo “zenit” allargano,  sull’azimut”, i loro effetti. Ed è per questi effetti che andrebbe costruita un’azione comune e non ” infracomune”, se non altro per dimostrare che  le indagini di Banfield sono ormai superate.

Gianfranco Massaro – Agos

Articoli correlati

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com