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Il Giudice Costituzionale Giulio Prosperetti dialoga con gli studenti di Marsico e Viggiano sui nodi del Welfare

Il giudice della Corte Costituzionale protagonista dell'incontro tematico in vista del 2 giugno


Gli studenti delle quarte classi dell’IIS “G.Peano” delle sedi di Marsico Nuovo e Viggiano hanno incontrato lunedì 17 maggio il Giudice della Corte Costituzionale Giulio Prosperetti all’interno del programma di attività promosse dal Ministero dell’Istruzione e della Corte costituzionale, “INSIEME: Scuola e Corte costituzionale verso il 2 giugno”; un punto di arrivo simbolico quello dell’anniversario del Referendum che sancì la nascita della Repubblica Italiana, ma anche un punto di partenza, per sancire il sentimento di comune appartenenza alla res pubblica e la centralità della Costituzione nell’insegnamento dell’Educazione Civica.

Il Prof. Avv. Giulio Prosperetti, classe 1946, è stato eletto giudice costituzionale in seduta comune dal Parlamento italiano nel 2015 ed è esperto di Diritto del Lavoro, che ha insegnato quale professore ordinario nella Facoltà di Giurisprudenza della Università di Roma “Tor Vergata”, dove è stato anche presidente della Commissione di Certificazione dei Contratti di Lavoro.

Proprio sul “welfare” gli studenti  hanno posto al Giudice della suprema Corte domande legate a temi quali le nuove forme di lavoro e di sfruttamento del lavoro, dagli influencer ai rider, dal caporalato al dumping sociale, come anche le differenze di condizioni lavorative e retributive tra uomo e donna di fronte ai contenuti dell’articolo 37 che invece ne dispone l’effettiva uguaglianza. Su quest’ultimo tema, come affermato dal Giudice, “siamo nella fase della medicina”, lì dove la Corte Costituzionale opera in maniera da sensibilizzare un riequilibrio del sistema. La Corte Costituzionale, ha spiegato il prof. Prosperetti, pur avendo “solo le forbici”, può creare nuove normative con sentenze additive, integrando le norme legislative nelle parti in cui risultano anti-costituzionali, in una logica “del bilanciamento”. Su questa linea si sono sviluppate le sue riflessioni, stimolate dalle domande degli studenti, sulle condizioni di sofferenza di categorie che rischiano di essere ulteriormente marginalizzate dalla crisi economica successiva all’emergenza sanitaria, dai carcerati ai figli delle donne vittime di femminicidio.

Il Giudice Prosperetti ha affrontato i contenuti di articoli costituzionali quali il 36 e il 38, che disciplinano i rapporti economici pubblici e privati, analizzando le evoluzioni storiche del sistema del welfare nazionale, il ruolo dei sindacati, inizialmente proibiti negli stati liberali, lo Statuto dei lavoratori fino alle difficoltà di contrattazione odierne.

Le sue risposte hanno riguardato le “trappole del welfare”, che rischiano di farlo degenerare in un assistenzialismo non adeguatamente supportato da misure attive di ricerca del lavoro, il ruolo positivo del welfare aziendale e dei lavori socialmente utili in una fase attuale che si può definire “di sofferenza”, dove persiste un disequilibrio tra l’uguaglianza formale sancita dalla Costituzione e quella reale. Su questo orizzonte anche le domande poste sul merito scolastico (tutelato dall’articolo 34), sul licenziamento senza giusta causa dopo l’abolizione dell’articolo 18 dopo il Jobs Act e su temi caldi del dibattito pubblico quali i “falsi invalidi” e l’eutanasia all’indomani del caso Cappato.

La “più bella del mondo”, così come presentata da Roberto Benigni in un fortunato ciclo di letture televisive, è una carta costituzionale figlia del tempo e della visione coraggiosa dei padri costituenti che dovevano riconsegnare un’Italia liberata alla memoria e al futuro all’indomani del conflitto e della dittatura. Entrata in vigore nel 1948, la Carta ha attraversato le vicissitudini di una Nazione spesso ferita e ha cercato di raccogliere attorno a sé i valori e i bisogni di chi, in una condizione di uguaglianza di opportunità, doveva poter concorrere all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese, in nome della libertà e dell’uguaglianza dei cittadini e in nome del lavoro sul quale la Repubblica democratica è fondata.

Oggi come allora, i principi dell’articolo 3 e dell’articolo 4 richiamano i diritti sostanziali di cittadinanza e il dovere di quello spirito solidaristico che insieme può concorrere “al progresso materiale o spirituale della società”. Proprio il welfare è quel terreno dove le istanze, le emergenze e le contraddizioni attualmente presenti nel mondo del lavoro e in quello dei diritti richiamano a una lettura e a una riflessione condivisa che parte dalle più giovani generazioni.

La Corte Costituzionale rende disponibili sul proprio canale spreaker delle interessanti riflessioni sul tema, facendo interagire i suoi giudici con giornalisti ed esponenti del dibattito pubblico. E’ possibile ascoltarli all’indirizzo: https://www.spraeker.com/show/incontri_8.

Prof. Nicola Andriani

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