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Grosso guaio in valle


In Val d’Agri, ogni giorno che passa, porta con se un mutamento esistenziale. In negativo, naturalmente. E’ di qualche giorno addietro la notizia dell’ “incidente” che ha coinvolto una gestante grumentina costretta a partorire in emergenza in un ospedale fuori Regione, ennesima vittima sacrificale di una operazione politica scellerata, illusoria e fallace che ha prodotto, a tutti gli effetti, un cortocircuito in noi valligiani estranei all’analisi di bizzarri e inquietanti scelte che, periodicamente, vengono messe sul piatto dal governo regionale, guidato da un gladiatore dal gladio spuntato.

A dirla tutta, i semi della “ribellione” negli anni scorsi sembravano essere germogliati eccome: manifestazioni, inviti a rivedere il piano sanitario regionale, sindacati sul piede di guerra e politici locali indignati. L’obiettivo era unico per tutti: l’ospedale di Villa d’Agri non doveva essere in alcun modo ridimensionato nonostante si fossero applicate norme di indirizzo europeo, comunque derogabili. Sappiamo tutti com’è finita. False promesse, surrealismo malinconico, dichiarazioni nonsense. Tutto ciò si è tradotto in un annullamento totale dei servizi offerti in Valle, in rapida successione è stato spolpato un importante polo che serviva anche i pazienti della bassa Val d’Agri. In cambio nessuna innovazione, nessun progetto. Solo pellegrinaggi nel capoluogo.

La politica col ghigno ha scardinato un sistema ormai rodato da decenni in modo innaturale venendo a creare ulteriori problemi anche a carattere economico in una Valle già depressa, riformando in modo scientifico, a tavolino, le nostre già nulle capacità di rappresentanza portandoci ad interfacciarci con una realtà, Potenza, a noi misconosciuta. Un bel salto di qualità che ha fatto registrare, grazie alle nostre “competenti” istituzioni, “esperienze” tipicamente degne di un paese civile come, per fare un esempio, partorire in ambulanza col gelo notturno che morde le ossa.

Oggi non ci resta altro che rievocare i ricordi di quando le mamme valligiane davano alla luce, in un ambiente familiare e di cooperazione, le proprie creature. La verità è che non siamo un popolo ispirato, subiamo e pieghiamo la testa, come Fantozzi, rendendo la nostra storia dura e dolorosa. Ma non facciamoci troppo caso, E’ così che vengono trattati i fantasmi.

Mimmo Toscano

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