Società e Cultura

Giornata mondiale della gentilezza: “i volti del bene”


Ne “Lo Hobbit” Gandalf confida a Galadriel: “…Ho scoperto che sono le piccole cose, le azioni quotidiane della gente comune che tengono a bada l’oscurità. Semplici atti di gentilezza e amore…”. Una frase sobria ma allo stesso tempo potente, poiché ci  insegna a perseguire il bene come valore così da farci addentrare in quella dimensione spirituale di virtù e fratellanza che è il fondamento delle sue opere. Verrebbe anche facile da capire se ci si rifà alla sua esperienza come soldato tra le trincee di Verdun, il “mattatoio d’Europa” nel corso della prima guerra mondiale quando inizia a scrivere il suo “corpus mitologicum”, delle storie lugubri e oscure che si ispirano a quanto accade nei terrapieni. Ma lo sforzo fatto dal Professore non lo ritroviamo nell’ intento di mettersi alle spalle quel difficile periodo bensì di esorcizzarlo attraverso delle storie che creassero una sorta di “commistione” tra il bene e il male, tra ciò che è benevolo e ciò che è malvagio, tra le vicissitudini del mondo e l’essere umano, padrone delle sue condotte, portatore di ragionevolezza e, di conseguenza, di buone azioni. Entrano allora in scena gli Hobbit, figli della tranquillità, della bella Contea, pacifici e benevoli. I classici “ultimi” tra le varie razze che popolano la Terra di Mezzo. Ma la storia ci insegna che “gli ultimi saranno i primi”. Incarnano l’idea del bene, in un viaggio lungo e pericoloso da Bilbo a Frodo, da Smaug al Monte Fato, è tutto un susseguirsi di azioni eroiche, di solidarietà, di pietà. Pensiamo allora alla Compagnia dell’Anello che intraprende il cammino per distruggere l’Unico Anello, il bene non deve essere intaccato dalla quintessenza del male, ovvero Sauron. L’anello viene distrutto e il bene si esalta. Il buio non può in alcun modo spegnere la luce, seppure modesta, della speranza, perché la giustizia può presentarsi in mille modi. Il bene porta altro bene. Aragorn stesso ne è un servitore, irrompe nella storia quasi in sordina e conduce in testa a tutti  la battaglia contro Sauron. Si potrebbe obiettare che quella linea sottile tra le buone e le cattive azioni tende ad accostarsi verso queste ultime quando proprio Frodo, soldato del bene, non butta l’anello. Ma è proprio qui che il bene si fa speranza e protagonista in Gollum quando gli azzanna il dito precipitando nel mare di lava insieme all’anello. E’ una visione troppo approssimativa? Forse. Ma, a volte, non servono panegirici. A volte serve solo cuore. Perché come sostiene Fannie Flagg:“Non c’è abbastanza buio in tutto l’universo da spegnere la luce di una sola candela”.

Mimmo Toscano

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