Società e Cultura

Giornata internazionale contro l’omofobia: “mettere fine ai pregiudizi fa libera tutta la società”


“Il 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, istituita con la risoluzione del Parlamento europeo del 26 aprile 2007, proprio per condannare le discriminazioni che ancora moltissime persone sono costrette a subire sulla base del loro orientamento sessuale”. A sottolinearlo la presidente della Commissione regionale Pari Opportunità, Margherita Perretti, ricordando che “La data scelta ricorda il 17 maggio 1990, data in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali”.

“I principi a cui si ispira la giornata – precisa Perretti – sono quelli costitutivi sia della Costituzione italiana che dell’Unione europea: il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l’uguaglianza fra tutti i cittadini e la non discriminazione. La scuola svolge un ruolo fondamentale nell’educare le nuove generazione al rispetto delle differenze, alla cultura dell’inclusione, al contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione, ad una rappresentazione delle relazioni e soggettività libera da stereotipi e pregiudizi. Infatti, il miglior contrasto all’omofobia è la conoscenza della differenza nell’ambito di una società aperta e solidale. E’ invece l’ignoranza a generare paure irragionevoli e immotivate nei confronti delle differenze per orientamento sessuale. Fondamentale diventa l’azione dei corpi intermedi nei luoghi di lavoro per la promozione di una cultura dell’inclusione e del diversity management, della valorizzazione delle differenze come valore aggiunto delle realtà economiche”.

“La denuncia e il contrasto all’omo-bi-transfobia – conclude la Presidente della Commissione regionale Pari Opportunità della Basilicata – devono costituire un impegno fermo e costante per le Istituzioni e la società tutta. Si può dire ‘No’ con efficacia alle discriminazioni solo garantendo l’uguaglianza dei diritti. Mettere fine ai pregiudizi non rende libero solo chi subisce la discriminazione, ma tutta la società, e solo una società libera può godere del benessere economico e sociale”.

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