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Fipe-Confcommercio: subito una data per riaprire ristoranti, bar e esercizi commerciali


Un programma con date certe e condizioni chiare per la riapertura delle attività di ristorazione, bar, esercizi commerciali: è la richiesta dell’Assemblea straordinaria “in piazza” della Fipe-Confcommercio che a Roma, nella cornice di Piazza San Silvestro, ha voluto testimoniare la sua vicinanza a tutti i lavoratori del settore. Oltre a rappresentanti territoriali della provincia di Potenza, centinaia di titolari si sono collegati attraverso web dalla Basilicata per chiedere al governo, prima di tutto, una data sicura e ravvicinata per le riaperture. Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che ha aperto l’Assemblea, ha ringraziato gli imprenditori dei pubblici esercizi “perché portate con dignità e serietà la voce di un mondo che ha subito sulla propria pelle tante decisioni difficili, incomprensibili, spesso ingiuste, in quest’anno drammatico di pandemia”. “Noi oggi siamo qui – ha detto Sangalli -e vogliamo futuro. Oggi in questa piazza, in queste piazze, c’è l’Italia. L’Italia che rischia in proprio e crea lavoro e futuro per la famiglia, per i collaboratori”. Nel suo intervento il presidente di Confcommercio ha ribadito l’impegno della confederazione per ottenere dal governo risposte rapide “e mai per rallentare il passo”. “Ci siamo battuti sempre per dare un aiuto concreto agli imprenditori e mai per avere un titolo sui giornali. Ci siamo battuti sempre per essere ascoltati, e mai per essere visti”. Il pensiero del presidente è andato alla situazione attuale ricordando l’impegno di Confcommercio per ottenere indennizzi a fondo perduto immediati e rafforzati perchè “se non si sopravvive oggi, non c’è futuro domani”.

Per Fausto De Mare, presidente Confcommercio Potenza, “le parole del Presidente Sangalli ancora una volta sono profetiche nel senso che la resilienza delle pmi non può essere disgiunta dalla programmazione delle azioni necessarie a determinare le occasioni e le opportunità in grado di puntellare il futuro. Troppe imprese sono a forte rischio di non farcela e quindi di buttare la spugna nei prossimi mesi se non saranno messe nelle condizioni di lavorare naturalmente in piena sicurezza per dipendenti ed utenti. Le nostre ragioni sono quelle dei tantissimi giovani e delle donne, che proprio nel commercio trovano un’occasione di vita, di lavoro, di futuro. La risposta all’emergenza solo con “più chiusure” è ormai una scelta insostenibile dal punto di vista economico e dal punto di vista sociale. Ogni giorno di chiusura in più, si accresce il pericolo di abbassare definitivamente una saracinesca e quindi di spegnere una luce in piccoli centri storici.  Vogliamo riaprire rispettando i protocolli di sicurezza, che peraltro abbiamo sempre scrupolosamente messo in pratica”.

Perché l’incertezza è il peggior nemico. Siamo per i vaccini – ha concluso Sangalli – e siano per il passaporto vaccinale, che resta il prerequisito della normalità. L’incertezza non ci fa programmare, taglia le gambe al futuro”.

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