Società e Cultura

Festività pasquali: 120 aziende agrituristiche lucane chiuse per i tradizionali pranzi


Per la seconda Pasqua-Pasquetta consecutive le 120 aziende agrituristiche lucane saranno chiuse per i tradizionali pranzi delle feste, da sempre occasione di prima gita primaverile fuori porta. Vanno in fumo le abituali 8mila presenze delle vacanze pasquali con le numerose comitive di pugliesi e laziali e circa 300mila euro di incassi (oltre a circa 40mila euro di mancata vendita di prodotti dell’azienda). Il tradizionale appuntamento che apre la stagione del turismo verde anche quest’anno è bloccato dall’emergenze Covid-19, nonostante la garanzia di sicurezza data dagli agriturismi situati sempre in zone con grandi spazi aperti.

La presidente di Turismo Verde-Cia Piera Bianco lancia l’ennesimo grido d’allarme. “Se continua così e il decreto del Governo di ieri, purtroppo, va in questa direzione – afferma – non so quante aziende riusciranno a sopravvivere sino alla fine dell’anno. Gli aiuti nazionali e regionali – aggiunge – sono irrisori con aziende che devono ancora incassare quelli del 2020. La Regione si sta impegnando con un bando. Ma sono sempre sostegni inadeguati rispetto ad un fatturato che è ridotto del 70-80% di quello abituale. Vogliamo continuare a pensare positivo anche perché buona parte degli agriturismi lucani sono diretti da donne e giovani che credono nel loro futuro in questa attività”.

Secondo Turismo Verde e Cia-Agricoltori, un argine alla crisi del comparto (oltre 1 miliardo perso dall’inizio della pandemia) sta arrivando dall’e-commerce dei prodotti, perché l’attività principale degli agriturismi resta sempre quella agricola. Fra i più venduti online nell’imminenza del lungo week end festivo, si segnalano formaggi, salumi, olio, conserve e legumi, oltre a tutte le tipologie di farine per realizzare in casa le ricette per il pranzo di Pasqua. I titolari delle aziende stanno, dunque, approfittando dell’esplosione del Food and grocery sul web per potenziare le loro vendite online. Solo nel 2020 si è registrato un +55% sull’anno precedente, con un business complessivo di 2,5 miliardi.  Le aziende agrituristiche da sempre puntano sulla multifunzionalità per reagire con dinamicità alle crisi di mercato, diversificando le fonti di reddito anche grazie alla tecnologia. Se durante la pandemia molte hanno reagito con la consegna a domicilio, l’e-commerce è in grado di offrire opportunità maggiori, facendo viaggiare l’agroalimentare ben oltre il Km0. Nell’attività di supporto del Made in Italy in un momento di crisi per il Paese, Cia ha voluto agevolare la ripresa puntando proprio sull’innovazione digitale delle aziende. Con questo obiettivo è nata la piattaforma dalcampoallatavola.it, primo e-commerce che vede protagonisti gli agricoltori italiani su tutto il territorio nazionale. Cia ha ritenuto, dunque, strategico investire in una piattaforma a livello nazionale, che permetta a tutte le aziende -soprattutto quelle che non potrebbero gestire un e-commerce in autonomia- di vendere a un prezzo congruo, recuperando così sulla catena del valore. Con l’aggregazione di un ampio numero di produttori, si potranno così offrire panieri molto diversificati ai consumatori, garantendo la sicurezza nei pagamenti e una logistica sostenibile.

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