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Emergenza cinghiali: secondo la Cia sul territorio lucano possono essere ospitati massimo 20.000-25.000 esemplari


Adeguare la LR 2/95 riguardo la possibilità da parte del proprietario del fondo di poter tutelare il bene fondiario e le colture in atto; definire un piano straordinario di gestione e prelievo degli ungulati; prolungare il periodo di caccia al cinghiale che ancorchè di competenza nazionale possa essere introdotto d’intesa con Ministero e Governo centrale; attivare piani di smaltimento dei capi abbattuti e delle carcasse; coinvolgere le aziende agricole nell’ambito dei piani di cattura e prelievo: sono le cinque priorità della Cia-agricoltori Basilicata per affrontare adeguatamente l’emergenza cinghiali.

Secondo la Cia sul territorio lucano possono essere ospitati senza squilibri ed effetti negativi massimo di 20.000-25.000 (oggi siamo a 5/6 volte superiori) capi di ungulati. Abbiamo incontrato – sottolinea Giambattista Lorusso presidente Cia Potenza – centinaia di Agricoltori, i quali ogni giorno inviano foto e riprese di aggressioni ai propri fondi, in particolare da parte di branchi sempre più consistenti di cinghiali, abbiamo raccolto la documentazione e fatto un dossier che obbliga tutti a porre in essere interventi radicali e strutturali. Facciamo riferimento – aggiunge – alle oltre 10.000 aziende professionali ma anche ai 17.000 orti familiari, ai 20.000 piccoli vigneti, ai 30.000 uliveti a conduzione diretta, come pure i 30.000 piccoli allevamenti da cortile, risposta a bisogni e economica dell’autoconsumo. C’è poi il problema del risarcimento dei danni che non va oltre il 20-30% del valore effettivo di quello rilevato, ancorato a stime e quotazioni in alcuni casi risibili oppure tante mancate denunce in quanto i proprietari o non sono titolari di fascicoli o perché si tratta di aziende marginali, i danni ogni anno sono almeno 10 volte le quote risarcite.

Abbiamo quantizzato negli ultimi anni risarcimenti fra i 3 e i 3,5 milioni di euro annui, altro punto critico, in quanto siamo di fronte ad una spesa ingenti e crescente che non risolve i problemi e genera continui contenziosi o oggettive forme di penalizzazione in specie verso gli Agricoltori professionali.

Sono circa 2 milioni di euro i risarcimenti per danni alle colture agricole (in gran parte ortofrutticole, vigneti e uliveti pregiate), circa 500 mila euro per aggressione a mandrie e greggi da lupi e altri animali selvatici e mediamente intorno a 800/1 milione per risarcimento per incidenti e danni auto a mezzi e strutture varie. Con queste risorse finanziarie è possibile mettere in campo un grande progetto della filiera agro-faunistica-venatoria integrata e sostenibile che potrebbe nella nostra regione capovolgere un problema “in opportunità”, in coerenza con i processi di riqualificazione ambientale, paesaggistica dello spazio rurale, quale punto di forza e leva di sviluppo sostenibile e diffuso in Basilicata.

Dopo le 10mila firme a sostegno della petizione popolare per sollecitare le Istituzioni Regionali ad intervenire con urgenza, consegnate all’Assessore all’Agricoltura Fanelli, la Cia sta programmando nuove azioni di mobilitazione.

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