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Droghe: un allarme sociale e sanitario


di Bruno Masino

Anche la disponibilità, le scelte ed il consumo di sostanze stupefacenti risentono della globalizzazione e della mobilità di persone e merci. Conseguentemente si modificano le problematiche correlate, sia di natura sociosanitaria che di sicurezza. La spesa è in aumento così come le concentrazioni di principio attivo contenuto nelle droghe sequestrate. La spesa complessiva è stata di 15,3 miliardi di euro (0,9% del PIL), in aumento di circa un miliardo rispetto all’anno precedente. Più del 42% è la spesa per il consumo di cocaina ed il 29% per i derivati della cannabis. Le operazioni antidroga effettuate nel corso del 2018 hanno portato al sequestro complessivo di 123.186 kg, di 34.775 dosi/compresse di sostanze stupefacenti e 532.176 piante di cannabis, con aumenti percentuali rispettivamente del 4,5%, 5,2% e 93,9% dal 2017. Oltre la metà è stata intercettata nelle aree frontaliere, registrando un incremento del 92,1% dal 2017. I decessi correlati al consumo di stupefacenti mostrano un incremento del 12% nel 2018 rispetto all’anno precedente passando da 296 a 334. Questo è quanto emerge dalla lettura della Relazione al Parlamento 2019 ( dati riferiti al 2018) del Dipartimento per le Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Vediamo ora più nel dettaglio i principali temi riportati ed i problemi emergenti.

Cannabis e derivati sempre più diffusi

Si tratta delle sostanze più diffuse sul mercato illegale al pari dell’andamento mondiale del fenomeno. La spesa annua stimata è di ca. 4,5 miliardi di euro. La loro diffusione nel mercato illegale trova riscontro anche nei dati relativi al contrato come sequestri, denunce e segnalazioni all’Autorità Giudiziaria. Per quanto riguarda le denunce, circa il 50% sono da riferire all’uso di cannabinoidi. La cannabis ed i suoi derivati come hashish e marijuana, sono stati usati almeno una volta nella vita da un terzo degli studenti delle scuole medie superiori. Un quarto di essi, inoltre, ne ha fatto uso abituale nel 2018 è quasi la totalità la consuma in modo esclusivo, cioè senza associarla ad altre droghe. Per quanto riguarda la percezione dei rischi derivanti dal consumo della cannabis e dei suoi derivati, il 25% dei giovani consumatori lo ritiene rischioso con riferimento alle conseguenze sullo stato di salute. Per le ragioni esposte con riguardo al consumo dei giovanissimi ed al dato relativo alla percezione del rischio, la scuola riveste un ruolo molto importante ai fini della prevenzione. A riprova di ciò vi è il dato che la percentuale di studenti che non associa il consumo regolare di cannabis e suoi derivati ai danni alla salute, mostra un valore di ben 4 volte superiore tra coloro che non hanno partecipato a progetti formativi ed educativi in ambito scolastico rispetto agli studenti che vi hanno preso parte. Altro interessante aspetto emerso è relativo alla possibilità di smettere. Tra coloro che hanno partecipato a percorsi formativi specifici, è maggiore il numero di coloro che hanno smesso rispetto a chi non vi ha partecipato. Infine, con riferimento alle ripercussioni sullo stato di salute, emerge che coloro che fanno uso primario di cannabis e derivati, rappresenta solo l’11% di coloro che fanno ricorso ai servizi per tossicodipendenze. Mentre il 5% dei ricoveri droghe-correlati sono da imputare all’uso di cannabis e derivati.

Oppiacei

Il mercato degli oppiacei è in crescita. Il sequestro di tali sostanze nel 2018 in Italia, ha registrato un incremento di ben il 60%. I dati relativi ai ricoveri con aumento del 28%, e dei decessi con incremento del 6% rispetto al 2017, sono coerenti con l’aumentata diffusione del loro uso. Anche le denunce per traffico sono raddoppiate in un anno. Purtroppo, l’aumentata disponibilità di eroina ha fatto in modo che vi sia stato anche l’aumento dell’utilizzo tra gli studenti delle scuole superiori che è passato dall’1,1% all’1,5%. Anche nella popolazione generale, cioè nella fascia di età compresa tra 15 e 64 anni, emerge un costante incremento dell’utilizzo con una prevalenza che è passata da 4/1000 residenti a 6/1000 residenti.

Cocaina

La spesa annua è di ca. 6,5 miliardi di euro, anche se la diffusione risulta essere sostanzialmente stabile negli ultimi anni. La percentuale di coloro che ne ha fatto uso almeno una volta è in leggera diminuzione (2,8% a fronte del 3,4% del 2017). Resta, comunque, la sostanza più utilizzata dai poliutilizzatori dopo la cannabis. È uno dei pericoli sociali di maggiore rilevanza. Infatti la cocaina è stata la sostanza maggiormente riscontrata sui conducenti di veicoli nel corso della campagna di prevenzione dell’incidentalità stradale notturna droga-correlata condotta nel 2018 dalla Polizia Stradale. Inoltre, nel 20% degli utenti trattati presso i Servizi pubblici per le Dipendenze fa uso di cocaina ed un terzo di coloro che sono inseriti in comunità terapeutiche sono dediti alla cocaina. Altro interessante dato emerso è che la concentrazione di principio attivo nella cocaina sequestrata nel 2018, è passata dal 33% al 68%, più del doppio quindi. Ciò significa che a parità di peso vi è maggiore quantità di principio attivo che è responsabile degli effetti sull’organismo. Questo spiega anche l’incremento di ospedalizzazioni e decessi nella misura del 38% e 21% rispettivamente.

NPS ( Nuove Sostanze Psicoattive)

 Il mercato degli stupefacenti negli ultimi anni ha visto un rapido sviluppo nella direzione delle nuove droghe sintetiche. A differenza di cannabis, eroina e cocaina, le NPS sono sostanze di sintesi che comprendono oppioidi di sintesi, cannabinoidi, triptamine e catinoni che compaiono sul mercato con ritmo vertiginoso con sempre nuove molecole. Tale rapido apparire, la vendita anche tramite il web e le scarse informazioni in merito agli effetti e danni provocati, rappresentano i momenti critici per la loro diffusione e, soprattutto, per il contrasto di quest’ultima. Su tali sostanze si gioca buona parte della credibilità e dell’efficacia dell’azione da mettere in campo per la tutela sociosanitaria. Molto importante il ruolo svolto dallo SNAP ( Sistema Nazionale di Allerta Precoce) che è stato attivato proprio per una rapida risposta al fine di identificare nel più breve tempo possibile le nuove sostanze per poterle caratterizzare, comprenderne gli effetti e definire le migliori strategie di contrasto. Per dare la misura del fenomeno, si pensi che nel solo 2018, sono state ben 38 le NPS individuate (1 ogni 9 giorni in media). Di esse 15 sono state identificate a seguito di accertamenti di laboratorio per intossicazioni acute di soggetti giunti in pronto soccorso. Il quadro generale è quello di un mercato molto fluido con sostanze che vengono prodotte e, immesse sul mercato, vi restano pochi mesi per poi essere sostituite da nuovi composti. Nel 2018 vi è stato un incremento del 37% delle operazioni antidroga riferite alle NPS rispetto al 2017, portando al sequestro di ca. 27.000 dosi.

Dopo aver esaminato gli aspetti legati alla diffusione delle principali sostanze naturali e di sintesi, la Relazione prende in considerazione le ricadute sociali e sanitarie senza con ciò dimenticare un aspetto fondamentale per il controllo della diffusione e delle conseguenze sociosanitarie, vale a dire la prevenzione.

Ricadute sociosanitarie

La stima del costo annuale per la cura e il trattamento delle tossicodipendenze è di ca. 2 miliardi di euro. Si tratta di una stima per difetto che fa riferimento ai soli casi intercettati e trattati dai vari servizi. Inoltre, va aggiunto anche il costo derivante dai comportamenti a rischio conseguenti al consumo. Si pensi, ad esempio, la trasmissione di infezioni che sono contratte proprio per l’uso degli stupefacenti. Tra le patologie più rilevanti correlate all’uso di alcune sostanze bisogna ricordare le epatiti di tipo B e C, ed i casi conseguenti ad infezioni da virus dell’HIV. Si tratta di malattie di origine infettiva contratte a causa dell’uso promiscuo di siringhe e, quindi, interessano i consumatori delle sostanze assunte per via iniettiva. Anche se si è registrata una diminuzione dei casi dì malattie infettive, il numero dei decessi complessivi, come riportato in premessa, è aumentato del 12%. Le conseguenze dannose per la salute dipendono da diversi fattori quali il tipo di sostanza e i suoi effetti, ma anche le modalità di assunzione, il contesto sociale e la particolare vulnerabilità psicofisica dei soggetti che ne sono dediti.

Un effetto cronico tipico del consumo di droghe è la dipendenza che rappresenta anche il principale fattore di resistenza per poter smettere di assumerle. Le ospedalizzazioni sono particolarmente frequenti tra i giovani e sono dovute spesso al consumo misto di droghe e alle nuove sostanze, sovente non conosciute, come riportato innanzi. Questo aspetto rappresenta il principale ostacolo alle azioni di contrasto.

Ricadute sociali e legali

 Le conseguenze sociali e legali riguardano il traffico, lo spaccio ed il consumo delle sostanze. Alcuni dati rendono bene la dimensione del fenomeno. Sono aumentate le persone segnalate alla A.G. per detenzione per uso personale con l’80% riferito al possesso di cannabis. Le persone denunciate per traffico illecito e spaccio sono state ca. 36.000. I procedimenti penali pendenti per reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti sono stati 85.332 e hanno coinvolto 178.819 persone, dati in crescita dal 2017. Diminuiscono invece le persone condannate per tali reati, che nel 2018 sono state 14.380, l’11% circa del totale di tutti i condannati. Più di un terzo della popolazione carceraria (35,2%) è rappresentato dai detenuti con reati ascritti all’art. 73 e/o 74 del DPR 309/90. Il 95% ha commesso un reato di produzione, traffico e detenzione di sostanze. Tra essi ca. il 4% è di sesso femminile, mentre gli stranieri sono oltre il 39%. I soggetti in carico ai Servizi Sociali della Giustizia Minorile per reati droga-correlati sono stati 4.178. Le persone segnalate alle Prefetture – UTG per detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope per uso personale (art.75 DPR n. 309/1990) sono state 39.278, dato in crescita dal 2017. Il 93% dei segnalati è di genere maschile, l’11% è minorenne e il 5,4% è stato segnalato più volte nel corso dell’anno.

La Prevenzione

 Anche per tale fenomeno, la prevenzione gioca un ruolo fondamentale. Come per altri interventi di prevenzione, anche in questo caso la scuola riveste in ruolo strategico. Le fasce di età dei giovanissimi sono le più vulnerabili, ma sono anche quelle a cui appartengono gli studenti. Gli interventi educativi e formativi, ma anche volti a individuare tempestivamente comportamenti a rischio, sono strategici per l’azione del mondo scolastico. Tanto sono rilevanti questi aspetti che tra Direzione Generale per lo Studente e Dipartimento Politiche Antidroga è stato siglato un accordo in attuazione di un protocollo d’Intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il MIUR. In questa azione è importante il ruolo e la collaborazione di tutte le figure istituzionali che possono dare un contributo come i docenti, le Forze dell’Ordine, il personale sanitario, gli psicologi, ma anche gli stessi genitori.

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