Società e Cultura

Dati Istat sul “deserto demografico” sveglino dal torpore i candidati Governatori


I dati diffusi oggi dall’Istat sul “deserto demografico” in Basilicata, sia pure riferiti al 2022, dovrebbero svegliare dal torpore candidati Governatori e partiti che in questa campagna elettorale hanno dimenticato la prima e vera priorità: lo spopolamento e la rigenerazione dei borghi. Lo afferma Saverio Lamiranda (Terre Aristeo), ricordando che per l’ennesima volta è risuonato il grido d’allarme demografico con un “nuovo record di denatalità”; “nei piccolissimi comuni si registra il tasso di natalità più basso, 4,5 nati per mille abitanti, e il tasso di mortalità più elevato, 21 per mille”. Non c’è più tempo. La Basilicata perde 3.600 persone l’anno. Di tutto questo – aggiunge Lamiranda – avremmo voluto discutere con i tre candidati Governatori in vista delle prossime elezioni regionali e nella speranza di poterlo fare, vale a dire che la nostra proposta di confronto pubblico sia accolta da tutti e tre i candidati, non rinunceremo con nostre iniziative a far conoscere la nostra proposta di Progetto Pilota.

Alla fine del 2022 i residenti in Basilicata erano 537.577 (0,9 per cento della popolazione italiana), ben 3.591 in meno rispetto all’anno precedente, con un “nuovo record di denatalità”, essendo nati 3.221 bambini, 109 in meno rispetto al 2021: sono alcuni dei dati più significativi del censimento permanente della popolazione, diffusi oggi dall’Istat.
Dei residenti in Basilicata, il 64,5 per cento vive in provincia di Potenza: l’Istat ha sottolineato che “la diminuzione rispetto al 2021 è frutto dei valori negativi del saldo naturale e di quello migratorio interno, cui si contrappongono in modo insufficiente i valori positivi del saldo migratorio con l’estero e dell’aggiustamento statistico”. Un altro dato negativo è rappresentato dal tasso di mortalità, che “è cresciuto dal 12,6 per mille del 2021 al 13,2 per mille del 2022; tra le due province, il valore più alto a Potenza: 13,8 per mille”.

Non è certo casuale la scelta di Terre di Aristeo di richiamare nel  Progetto Pilota l’obiettivo centrale del  Ripopolamento e la Rigenerazione dei Borghi Lucani. Lo spopolamento progressivo dei territori montuosi – evidenzia l’Istat – è confermato anche dai dati della struttura per età, che evidenziano un maggior invecchiamento, con età media e indice di vecchiaia più elevati, e della dinamica naturale, con tassi di natalità più bassi e tassi di mortalità più elevati. I nostri borghi sono dunque paesi per vecchi mentre è semplicemente impensabile che si possano considerare sufficienti il Progetto Monticchio finanziato dal Pnrr insieme ad altri 20  progetti nelle altre regioni di rigenerazione sociale ed economica dei borghi e il programma della Regione Basilicata  per 18,2 milioni che ha finanziato i progetti di quei Comuni candidati alle Misure A e B del Ministero che pur avendo conseguito punteggi elevati, non erano riusciti a entrare nelle risorse ministeriali del Pnrr. Terre di Aristeo – continua Lamiranda – è ancora in attesa di un parere della Giunta Regionale all’Accordo di Sviluppo per l’attuazione del Progetto Pilota sul quale abbiamo registrato il nuovo interessamento del Ministero del Turismo oltre all’indicazione dell’Assemblea dei Distretti Turistici quale “best practice”. Sia chiaro non chiediamo soldi ma solo un parere. Per riprendere le parole efficaci del Presidente Primi, solo una strategia di medio e lungo termine sia a livello regionale che nazionale per far fronte alle questioni della rigenerazione urbana ed anche e soprattutto sociale dei piccoli borghi può segnare una svolta nelle politiche che sinora hanno caratterizzato azioni, iniziative, misure, provvedimenti dei Governi  Meloni e Bardi. L’attrattività dei borghi per il turismo con i buoni risultati di arrivi e presenze è la base di partenza del lavoro che ci attende tutti – Ministeri (Turismo, Imprese-Made in Italy, Sud-Coesione Sociale), Regioni, Comuni, Distretti ed imprese – nella consapevolezza che, come è facile verificare, le “gite fuori porta”, la presenza di turisti per poche ore o al massimo per una giornata non danno gli effetti che l’economia locale richiede. Incoraggiare i giovani a restare è un’operazione complessa che richiede prima di tutto progetti per realizzare occasioni ed opportunità di occupazione stabile e qualificata.

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