Lavoro

Covid-19: grave carenza di dispositivi di protezione per lavoratori della sanità e servizi esternalizzati

De Bonis: “mercato nere delle mascherine continua"


Sindacati di categoria scrivono a prefetti, presidente Bardi, assessore alla Sanità  e direttori aziende sanitarie pubbliche e private accreditate.

In  assenza di risposte immediate, ci si rivolgerà alle autorità competenti.

 

I sindacati Fp Cgil, Filcams Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, UilFpl e UilTucs denunciano la grave carenza di dispositivi di protezione individuale per gli operatori della sanità lucana, dal personale medico infiermeristico all’oss, fino ai tecnici e amministrativi e ai lavoratori dei servizi esternalizzati. Le medesime gravi condizioni si riscontrano anche per gli operatori della sanità privata accreditata.

A fronte dell’insufficiente e in taluni casi inesistente fornitura di idonei dispositivi di protezione individuale per il personale esposto con differenti modalità al rischio di contagio da COVID-19, i sindacati hanno inviato formale richiesta di attivarsi al presidente della Regione Basilicata, all’assessore regionale alla Sanità, ai direttori generali di Asm, Asp, Irccs Crob di Rionero e ospedale San Carlo di Potenza oltre che alle strutture assistenziali accreditate e ai prefetti di Potenza e Matera.

Si fa presente che lo stesso comitato tecnico scientifico, come ha affermato lo stesso Angelo Borrelli nel corso di una conferenza stampa dell’11marzo scorso, ha raccomandato l’utilizzo delle mascherine per tutti quei lavoratori che per espletare le loro mansioni lavorative non possono rispettare la distanza di sicurezza in quanto è fondamentale per la cura e l’assistenza dei pazienti il proprio il contatto.

Sono ancora troppi gli operatori costretti a lavorare in condizioni che non rispettano gli standard di sicurezza previsti, il tutto con la conseguente possibile messa a rischio della loro salute e degli stessi utenti. In moltissimi casi, altresì, si sta registrando l’assoluta assenza di mascherine chirurgiche, non espressamente indicate per bloccare la diffusione di virus e batteri come le FFP2 e FFP3, ma fornite al personale non direttamente coinvolto nella gestione dell’urgenza e della cura di persone affette da Covid19; a questo proposito si segnala la consegna al personale di pochissime mascherine da utilizzare per più giorni di seguito, nonostante le stesse sono esclusivamente monouso.

Vista l’attuale situazione pandemica, la grave carenza di dispositivi idonei e le incertezze che continuano a circolare sono evidentemente inaccettabili. Si ribadisce ai direttori generali delle aziende e delle strutture private accreditate, come fatto in più riprese in questi giorni attraverso numerose note inviate e interlocuzioni verbali, di intervenire immediatamente per sanare una situazione non più tollerabile che mette a rischio la salute dei lavoratori pubblici e dei servizi esternalizzati.

Alla Regione Basilicata i sindacati chiedono di emanare con estrema urgenza linee guida univoche per le aziende che stanno prendendo decisioni autonome e in molti casi non conformi tra di loro, creando disagi e confusione tra i lavoratori e alimentando le paure e i timori di chi continua a prestare la propria professionalità al servizio della salute. Si chiede pertanto di procedere immediatamente al fine di produrre le indispensabili condizioni di tutela di ogni singolo operatore, della collettività e della salute pubblica. I sindacati invitano i prefetti a vigilare e a farsi garanti dell’attuazione di quanto richiesto. In assenza di un repentino riscontro risolutivo del problema, le organizzazioni sindacali si rivolgeranno alle autorità competenti al fine di tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori.

Il senatore Saverio De Bonis, sulla base di diverse testimonianze raccolte e a conferma dell’allarme lanciato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato e già evidenziato da alcuni organi di stampa dichiara:

Nonostante già diversi giorni fa l’Antitrust abbia messo in evidenza gli aumenti ingiustificati di prezzo di mascherine e altri prodotti di protezione dal coronavirus, diversi farmacisti mi dicono che sono in giro molti rappresentanti che vendono mascherine a prezzi spropositati. In realtà le forniture ci sono, ma è in atto una speculazione senza precedenti. Per onestà i farmacisti non vogliono venderle, anche perché non possono dimostrare con i loro soli mezzi che c’è una speculazione in atto. Io stesso ho provato a procurarmi una mascherina in farmacia ma non ho potuto. La cosa più grave è che scarseggiano le mascherine anche negli ospedali per via di questo ignobile mercato nero. Le autorità hanno il preciso dovere di attivarsi al più presto in questo senso, perché queste manovre continuano ancora oggi. La Guardia di Finanza deve intervenire in modo diffuso per fare controlli sulle farmacie e presso i centri di distribuzione. Ripeto, abbiamo forti indizi che molte mascherine siano ad oggi gestite dal mercato nero e che i prezzi siano stati aumentati in maniera sproporzionata, di dieci o addirittura venti volte”.

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