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Contratto di Sviluppo della Basilicata: 156 progetti proposti all’incontro con il premier Conte


A Roma prima riunione istituzionale presieduta dal Premier Conte per il Contratto di Sviluppo della Basilicata.

La riunione ha avuto al centro i progetti che i Comuni, Associazioni e Imprese stanno elaborando per il futuro economico della Regione.

Tra i partecipanti l’Amministratore di Invitalia, soggetto attuatore dei progetti, il Presidente Vito Bardi, l’UPI (vedi approfondimento sotto), i Sindaci di Potenza e Matera con i rispettivi Prefetti e del Sottosegretario al Mise Liuzzi. Il primo ministro Conte ha illustrato l’iter che porterà ad una prima tranche di progetti strategici per un totale di 156 iniziative, molti dei quali proposti dai Comuni con 78 soggetti diversi tra i proponenti.

Si va dal potenziamento del settore turistico, alla riqualificazione dei centri storici, alla valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale senza dimenticare le infrastrutture e i servizi.

Le parole di Bardi: “il contratto porterà sicuramente delle innovazioni nella nostra regione“.

Le parole di Conte: “anche per la Basilicata parte finalmente l’iter per individuare i primi interventi strategici con investimenti da attuare con la sottoscrizione del CIS“.

Una volta scelti i progetti il CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) provvederà a finanziarli.

E’ intervenuta nella questione anche l’UPI (unione province d’Italia) con proprie proposte messe sul tavolo:

Occorre finanziare un piano delle opere dei territori per mettere in sicurezza e modernizzare la rete viaria provinciale (121 mila chilometri di strade e oltre 30 mila tra ponti, viadotti e gallerie che vi insistono) e gli oltre 7.400 edifici scolastici gestiti dalle Province, in cui studiano 2 milioni e 500 mila di ragazze e ragazzi.

Le Province, ricorda l’Upi, dispongono già di un Piano delle Opere Cantierabili accertato dagli Uffici tecnici tra il novembre 2019 e il gennaio 2020, interventi su cui hanno già predisposto la progettazione e per le quali però non hanno trovato fonte di finanziamento. Si tratta di quasi 1.500 progetti per la viabilità (strade, ponti, infrastrutture viarie) per un fabbisogno di 1 miliardo 885 milioni e più di 1.700 progetti per le scuole secondarie superiori, per un fabbisogno di più di 2 miliardi.

Inoltre, un Piano delle Piccole opere consentirebbe tra il 2020 e il 2021 l’apertura di più di 3.200 cantieri per un fabbisogno di quasi 4 miliardi “per restituire ai cittadini un patrimonio pubblico sicuro, moderno, efficiente, e assicurare alle imprese locali nuove possibilità di rilancio“.

L’Upi sollecita poi il governo a operare “per la necessaria stabilità dei Bilanci provinciali, presupposto di un ente che investe per lo sviluppo locale“.

In questo senso servono interventi mirati a chiudere definitivamente la fase di profonda incertezza finanziaria, che ha riflessi immediati sulla capacità di assicurare alle comunità i servizi essenziali. A fronte di ciò le Province chiedono al Governo di assicurare le risorse necessarie per garantire l’equilibrio di parte corrente per tutte le Province. Si tratterebbe quindi, da un lato, di individuare il fabbisogno necessario ad azzerare completamente il taglio previsto dalla Legge di stabilità 190/14 e dall’altro di verificare sulla base dei fabbisogni standard le risorse necessarie per l’esercizio delle funzioni fondamentali.

E’ necessario poi prevedere fondi ad hoc per le 2 Province in dissesto e per le 13 in predissesto, indotto dalla Legge 190/14, così da consentire a questi enti di rientrare il più rapidamente possibile nella normale gestione finanziaria. Allo stesso modo si devono affrontare e risolvere “altri temi specifici come ad esempio le questioni relative alle entrate provinciali, il funzionamento del fondo sperimentale di riequilibrio, così come i diversi vincoli normativi ancora esistenti che non consentono alle Province di esercitare compiutamente l’autonomia finanziaria riconosciuta dalla Costituzione

Prossimo appuntamento l’11 marzo sempre a Palazzo Chigi dove saranno esaminati i programmi già attivati e finanziati e verranno stabiliti ulteriori interventi fra quelli proposti dal territorio.

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